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22 o 23 poco cambia

Riviera Sicura: coprifuoco controproducente, attivare gli 'Steward per la sicurezza'

In foto: da rivierasicura.it
da rivierasicura.it
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
sab 24 apr 2021 07:29 ~ ultimo agg. 07:34
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“Riviera Sicura”, realtà che raggruppa diverse strutture ricettive del litorale romagnolo che condividono misure e iniziative per garantire vacanze tutelate dal contagio, interviene sul coprifuoco: una misura che farebbe più danni piuttosto che evitarne. La controproposta, già sottoposta a Governo e ANCI, è quella degli “steward per la sicurezza”.


L’intervento di Riviera Sicura:

Il coprifuoco, che sia alle 22 o alle 23 poco cambia, non è applicabile nelle località turistiche durante la stagione estiva, perché porterebbe a situazioni ben più rischiose, con un risultato, quindi, esattamente opposto allo scopo che si prefigge. Basti immaginare come, in estate, le hall e i bar degli hotel diventerebbero luoghi di assembramento per gli ospiti delle strutture ricettive, in quanto appare improbabile che in vacanza un turista vada a dormire subito dopo cena e si tratterrebbe negli unici luoghi ove può. Inutile dire che tali assembramenti non sarebbero evitabili da parte degli albergatori che non potranno imporre al turista il confinamento in camera, ne invitarlo ad uscire violando il coprifuoco. Ed eventuali focolai in un albergo avrebbero effetti devastanti. Senza contare che le stesse abitazioni private e case in affitto per vacanze diverrebbero luoghi di riunione (al chiuso) e senza che nessuno possa vigilare o controllare i comportamenti.

Di fatto il coprifuoco contribuirebbe all’aumento di contagi anziché mitigarli; e non servono studi scientifici per rendersene conto.

Riviera Sicura, che nasce proprio per garantire la sicurezza nella riviera romagnola, ha trasmesso al Governo e all’ANCI (Associazione Nazionale Comuni d’Italia) un progetto che vedrebbe i Comuni dotarsi della figura dello “Steward per la Sicurezza” in alternativa al coprifuoco: squadre di operatori che possano vigilare nelle aree maggiormente a rischio e nelle zone della movida serale e notturna, che invitino al corretto uso della mascherina e a mantenere il distanziamento, ad evitare assembramenti segnalando alle autorità particolari situazioni a rischio per un immediato intervento.

Il progetto sarebbe a costo zero per i Comuni, che potrebbero impiegare i percettori del reddito di cittadinanza, obbligati per legge allo svolgimento di attività nell’ambito dei progetti utili alla collettività, pena la revoca del sussidio. E nel caso l’uso di tale strumento risultasse farraginoso per talune amministrazioni si potrebbero coinvolgere volontari, comitati turistici, Pro Loco o giovani disoccupati che andrebbero a percepire una minima retribuzione attingendo ad una piccolissima parte della tassa di soggiorno. E, in quest’ultimo caso, il turista sarebbe anche ben più contento di pagare l’imposta cui è comunque obbligato, vedendola non più solo come un balzello ma un contributo destinato ad un servizio utile alla sua sicurezza.

Per l’area di competenza, Riviera Sicura offrirebbe gratuitamente la propria assistenza ai Comuni, con la formazione degli steward da parte di medici ed esperti e con l’eventuale coordinamento delle attività delle squadre di steward impegnate.

Una figura similare era già stata creata la scorsa estate per i controlli nelle spiagge libere; basterebbe, quindi, una semplice rivisitazione ed un ampliamento di tale iniziativa per porre in essere una alternativa ben più efficace del coprifuoco che avrebbe effetti economicamente disastrosi per gli operatori del turismo e rappresentare, paradossalmente, una causa di aumento dei contagi.