Riaperture. Cinema e parchi tematici: per noi una beffa
I cinema, con il rispetto dei protocolli e con capienza ridotta, potranno riaprire dal 26 aprile. I parchi tematici invece dal primo luglio. Ma entrambi i comparti manifestano perplessità su quanto previsto dal decreto riaperture. “Lo scorso anno – ricorda a Tempo Reale (Icaro) Patrizia Leardini di Costa Edutainment – ci fecero aprire a maggio e quest’anno, con la campagna vaccinale in corso, spostano l’apertura al primo luglio. Aprono piscine all’aperto e stabilimenti balneari dal 15 maggio, che differenza c’è con l’Aquafan?“. Secondo l’esponente del Gruppo Costa la riapertura dovrebbe essere anticipata al primo giugno e l’auspicio è che a breve possano arrivare nuovi provvedimenti. “La categoria è in grande difficoltà e non ha ancora ricevuto ristori” – spiega Patrizia Leardini, ricordando che si parla di una perdita di ricavi dell’80% che si ripercuote poi anche sull’indotto turistico del territorio. “Abbiamo il personale fisso in cassa integrazione da quanto è scattata l’emergenza e poi ci sono gli stagionali che contano su una stagione di 5/6 mesi e che oggi si trovano senza lavoro. E’ un problema enorme per il territorio. Noi saremmo comunque pronti a partire anche domani perché questa decisione del Governo non ce la aspettavamo e avevamo già preparato i parchi.” conclude Patrizia Leardini.
Grande amarezza anche da parte di Massimiliano Giometti che gestisce multisale cinematografiche in Romagna e nelle Marche. E’ vero che i cinema potrebbero infatti riaprire il 26 aprile ma non è così semplice. “Ci sono delle condizioni che rendono quasi impossibile riaprire – dice Giometti a Tempo Reale – con il coprifuoco alle 22, ad esempio, l’ultimo spettacolo utile potrebbe essere alle 19.30 e andando verso l’estate non è un orario molto allettante. Ma il problema più grosso è che a queste condizioni i distributori non ci pensano neanche a far uscire i film. E senza quelli cosa facciamo? Ci vogliono i film per aprire i cinema!“. Tra le varie società, il Gruppo Giometti ha purtroppo 130 persone in cassa integrazione. Si lavora per le arene all’aperto nei mesi estivi, sia a Rimini che a Riccione. “Ma se resterà il coprifuoco alle 22 sarà impossibile visto che fa buio alle 21” dice Giometti. “Speriamo anche che le amministrazioni – aggiunge – non ci facciano concorrenza con iniziative gratuite. Mai come quest’anno non avremmo bisogno perché le arene ci servono per restare in vita e far lavorare le persone.”