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Primo trimestre 2021

Crescono le imprese attive: stabile il commercio, male alloggio e ristorazione

In foto: repertorio
repertorio
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 28 apr 2021 13:11 ~ ultimo agg. 13:12
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Qualche indizio numerico di ripresa, che necessità di conferme, nel primo trimestre 2021 delle imprese riminesi. Emerge dai dati Infocamere-Movimprese elaborati dall’Ufficio Informazione economica della Camera di commercio della Romagna.

Le realtà attive in provincia di Rimini sono 34.115 (+0,7%) mentre le localizzazioni sono 43.157 (+0,8% rispetto alla stessa data del 2020). Si contano 101 imprese attive ogni 1.000 abitanti (sono 89 a livello regionale e 86 a livello nazionale). Nel primo trimestre aumentano del 4,6% le iscrizioni (sono 795) e calano del31% le cancellazioni (693). +0,28% il tasso di crescita trimestrale delle imprese registrate quando in Regione si registra invece un lieve calo. A livello territoriale si registra un aumento di imprese attive in particolare nelle zone montane (+3,6%). Segue poi Riccione col +1,1 mentre il capoluogo segna una crescita dello 0,8. Un’impresa attiva su quattro è nel settore del commercio che resta numericamente stabile rispetto al primo trimestre 2020. Migliorano le costruzioni e le attività immobiliari (entrambe +1,9%) mentre soffre il settore dell’Alloggio e ristorazione dove si registra una flessione di imprese dello 0,8%. Lieve crescita invece per il Manifatturiero mentre sono stabili le aziende agricole. Ad evidenziare le crescite più consistenti sono però le “Attività professionali, scientifiche e tecniche” (+5,6%) e il “Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese” (+3,3%). La flessione più consistente è invece per il “Trasporto e magazzinaggio” (-2,9%). Con riferimento alla natura giuridica, oltre la metà delle imprese sono individuali, seguite dalle società di persone (24,4%) e da quelle di capitale (21,8% ma in aumento del 3,9%). Infine le imprese artigiane: quelle attive sono 9.484 (il 27,8% del totale), in aumento dello 0,3% rispetto allo stesso periodo del 2020.

I dati raccolti riportano, anche per le nostre realtà territoriali, segnali non negativi in termini di numerosità delle imprese, si tratta, però, di dati che devono essere contestualizzati all’interno della straordinarietà della situazione attuale. Il prolungato rallentamento delle attività economiche ha infatti alterato la movimentazione anagrafica: le cancellazioni sono diminuite, mentre le iscrizioni sono rimaste costanti. Tale dinamica, rilevata anche su altri territori, mostra chiaramente che sta emergendo un atteggiamento “riflessivo” da parte di molti imprenditori. Seppure si registrano grandi difficoltà, prevalgono il desiderio e la forza di resistere, nella speranza che al più presto si manifesti la ripresa. Occorre poi ricordare anche che la demografia è da considerarsi una “variabile lenta”, perché ad un progetto di impresa corrisponde quasi sempre, oltre che a una forma di auto impiego, anche un progetto di realizzazione personale, e cioè, di vita. Pertanto, per un imprenditore, chiudere la propria impresa significa molto di più che far finire un progetto economico – commenta Alberto Zambianchi, presidente della Camera di commercio della Romagna. Va, inoltre, evidenziato che anche gli interventi di tutela e di incentivo di livello nazionale, per quanto giunti in ritardo e per quanto di modesta entità, hanno contribuito al mantenimento della base imprenditoriale. Aggiungo che questo stato di cose è in gran parte connesso alla capacità di resilienza dei nostri imprenditori ed parimenti connesso alle aspettative di miglioramento della situazione complessiva, miglioramento favorito anche dall’arrivo dell’estate e dal progredire delle vaccinazioni. La Camera di commercio della Romagna è al lavoro, insieme alle altre Istituzioni e alle Associazioni di Categoria, per dare risposte concrete e tempestive alle richieste del mondo imprenditoriale e per riavviare la crescita economica dei nostri territori, anche attraverso i progetti e le ingenti risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”.