Covid e infiltrazioni criminali in Riviera, nuovi sequestri della Finanza
Ci sono nuovi sviluppi in merito all’operazione “Dirty cleaning”, condotta dal Comando provinciale della guardia di finanza di Rimini, che nel novembre 2020 aveva portato allo scoperto un tentativo di infiltrazione, da parte di un 43enne napoletano, pluripregiudicato, fratello di un condannato in via definitiva per camorra, nel campo delle sanificazioni di auto, esercizi commerciali e hotel nel Riminese e nella provincia di Pesaro e Urbino.
I finanzieri riminesi hanno sequestrato oggi, in esecuzione di un decreto di sequestro preventivo del Gip di Rimini, somme di denaro e un immobile per oltre 54mila euro all’indagato, già denunciato lo scorso novembre poiché, in piena pandemia da Covid, era “diventato socio occulto di una ditta operante nel settore delle sanificazioni, partecipando agli utili ed avvalendosi delle autorizzazioni rilasciate alla ditta stessa”.
Il 43enne pregiudicato, che in alcune intercettazioni telefoniche aveva definito il coronavirus “un buon affare”, secondo quanto ricostruito dalle Fiamme gialle, rilasciava “certificazioni e fatture della ditta intestata fittiziamente a terzi”. Così lo scorso novembre erano stati apposti i sigilli all’azienda. Ma le indagini del Nucleo di polizia economico finanziaria non si sono fermate e hanno permesso di accertare che l’indagato, tra il 4 maggio e il 14 settembre dello scorso anno, ha “impiegato, sostituito e trasferito nella ditta individuale, operante nel settore delle sanificazioni, profitti illeciti senza comunicare nulla alla Finanza, pur essendovi tenuto in qualità di sorvegliato speciale”.
Il giudice ha perciò disposto, ai sensi del Nuovo Testo unico Antimafia, così come richiesto dal pubblico ministero Paola Bonetti, il nuovo sequestro preventivo, “funzionale alla confisca” dell’immobile e del contante che l’uomo “ha conseguito ma ha omesso di comunicare alla Guardia di finanza”.