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Dopo primo parere positivo

Antenne telefonia. Anche da Rimini la preoccupazione per l'innalzamento dei limiti

In foto: repertorio
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 23 apr 2021 15:40 ~ ultimo agg. 15:46
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La Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera ha espresso parere favorevole all’innalzamento delle soglie massime di esposizione ai campi elettromagnetici, motivando il parere con l’adeguamento ai limiti di altri Paesi europei meno cautelativi in materia. Si tratta dell’ipotesi di innalzare a 61 Volt/m (V/m) i limiti sui campi elettromagnetici mentre la legge attuale li fissa in 20 V/m per le esposizioni brevi e occasionali e a 6 V/m per le esposizioni superiori alle 4 ore giornaliere

Una forzatura non necessaria, per Legambiente, che ha lanciato una campagna nazionale. “E’ più importante oggi che si superi il digital divide tutto il paese sia connesso, senza per forza la necessità del 5G”, spiega Massimiliano Ugolini di Legambiente Valmarecchia in una videoconferenza promossa oggi in collaborazione con Federconsumatori Rimini.

Altra richiesta, è quella di regolamenti adeguati da parte delle amministrazioni comunali. Sollecitazione avanzata anche in diversi comuni riminesi. A Rimini, in particolare, dai diversi comitati nati contro installazioni in luoghi ritenuti dai cittadini inidonei. Per questo, spiega Fausto Bersani di ISDE e consulente Federconsumatori, non bisogna pensare a strumenti nuovi, ma “va difeso quello che c’è già”. Gli ultimi decreti hanno infatti spostato la competenza delle installazioni dai comuni al Governo centrale. Lo stesso ministro Colao un anno fa nel suo ruolo di componente della task force per la ripartenza, ricorda Bersani, si era esplicitamente espresso per l’innalzamento dei valori limite e per l’esclusione delle competenze locali.

“In questo momento tutto è governato dal mercato”, rincara Claudio Cerquetti, del Comitato No Antenna Ina casa che attende ancora di conoscere il proprio destino in merito all’antenna per la quale è già stato posto il basamento e contro la quale ha presentato un ricorso.

Sul tema dell’ipotesi di innalzamento dei valori oggi è intervenuta anche Anna Maria Montini, assessore all’Ambiente del Comune di Rimini: ““Condivido le preoccupazioni, che stanno emergendo in queste ore a livello nazionale, per l’ipotesi di innalzare a 61 Volt/m (V/m) i limiti sui campi elettromagnetici”. “La necessità, resa evidentissima dalla pandemia, di colmare il digital divide non può essere contrapposta alle cautele e alle preoccupazioni, espresse da medici e esperti, circa la salute dei cittadini, considerando che il regime legislativo adottato sinora dal nostro Paese è tra i più virtuosi al mondo. C’è una chiara, palese, tangibile attenzione dei cittadini, in ogni parte d’Italia, su un tema che sempre più viene percepito come direttamente impattante la qualità di vita individuale e collettiva. Una sensibilità crescente, dimostrata anche dalle voci critiche che si levano in ogni città allorché le compagnie telefoniche, ad esempio, scelgono siti per ubicarvi antenne e ripetitori, con una normativa- questa sì da cambiare- che lega le mani agli Enti locali preoccupati per la vicinanza con luoghi cosiddetti sensibili”.

L’innalzamento dei limiti sarebbe chiaramente un aprire indiscriminatamente il recinto, senza considerare le situazioni e i contesti particolari in cui le stazioni radiobase operano. Bisogna invece che siano gli Enti locali, con i loro Regolamenti, ad avere voce in capitolo su problemi come questi. Mi sento di fare anche mie alcune delle proposte che associazioni ambientaliste nazionali e comitati cittadini hanno già avanzato al Presidente Mario Draghi. A partire dal coinvolgimento, nel processo di valutazione della proposta di nuova legge, del Ministero della Salute a promuovere la ricerca per individuare tecnologie che garantiscano il rispetto dei Principi di Precauzione e Prevenzione; a mantenere il valore dei 6 V/m per gli edifici in cui si sosta per oltre 4 ore al giorno, sino al mantenimento dello strumento del Regolamento comunale come forma di pianificazione territoriale e tutela”.