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Le reazioni riminesi

Si dimette il segretario Pd Zingaretti: "si parla solo di poltrone e primarie"

In foto: Nicola Zingaretti col segretario provinciale Pd Filippo Sacchetti
Nicola Zingaretti col segretario provinciale Pd Filippo Sacchetti
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
gio 4 mar 2021 17:53 ~ ultimo agg. 19:00
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Il Pd nella bufera. Il segretario Nicola Zingaretti ha annunciato le dimissioni con un post sui social. “Lo stillicidio non finisce – scrive -. Mi vergogno che nel Pd, partito di cui sono segretario, da 20 giorni si parli solo di poltrone e primarie, quando in Italia sta esplodendo la terza ondata del Covid, c’è il problema del lavoro, degli investimenti e la necessità di ricostruire una speranza soprattutto per le nuove generazioni.” Zingaretti ammette che non è bastato chiedere “franchezza, collaborazione e solidarietà per fare subito un congresso politico sull’Italia, le nostre idee, la nostra visione“. Anzi “mi ha colpito – dice – invece il rilancio di attacchi anche di chi in questi due anni ha condiviso tutte le scelte fondamentali che abbiamo compiuto. Non ci si ascolta più e si fanno le caricature delle posizioni.” Secondo Zingaretti il Pd “non può rimanere fermo, impantanato per mesi a causa in una guerriglia quotidiana”. “Visto che il bersaglio sono io – spiega –, per amore dell’Italia e del partito, non mi resta che fare l’ennesimo atto per sbloccare la situazione. Ora tutti dovranno assumersi le proprie responsabilità“. A breve le dimissioni formali con una lettera alla Presidente del partito. “Io ho fatto la mia parte – conclude –, spero che ora il Pd torni a parlare dei problemi del Paese e a impegnarsi per risolverli. A tutte e tutti, militanti, iscritti ed elettori un immenso abbraccio e grazie“.

I ben informati indicano nel presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini il possibile successore di Zingaretti alla guida del Pd.

Immediati i commenti da parte della politica locale. “Solidarietà al segretario Nicola Zingaretti – scrive Jamil Sadegholvaad, proprio al centro del dibattito riminese sulle eventuali primarie con Emma Petitti – Il Partito Democratico è ad un bivio: non tanto e non solo per la presa di posizione di Zingaretti. Basta con questa lotta di correnti, con logiche tribali di schieramenti interni, con una autorefenzialità oggi ancor più drammatica e incomprensibile vista la pandemia. Logiche che non possono interessare minimamente gli italiani e, mi permetto di dire, i riminesi. Basta con questo gioco al massacro. Sì al PD che ritrova la sua identità e la sua forza, sì al PD che sa dialogare con l’operaio e l’imprenditore, con il giovane e l’anziano, con le donne, con le partite Iva e con chi il lavoro non ce l’ha, guardando alla società con occhi contemporanei. Abbiamo bisogno di ricostruire il nostro presente e il nostro futuro come Nazione.”

Ad intervenire anche Emma Petitti, attuale presidente dell’assemblea legislativa regionale che si è messa in gioco per le amministrative a Rimini. “Sono amareggiata dalle dimissioni di Nicola Zingaretti – scrive – e mi auguro vivamente che l’Assemblea respinga la richiesta, restituendo al nostro segretario la forza che merita e la possibilità di portare avanti il suo mandato. È il momento di parlare di temi e di futuro, e che la classe dirigente mostri unità e responsabilità. È appena nato un nuovo Governo, abbiamo la campagna vaccinale in corso, il Recovery plan. Le nostre diatribe interne dovremmo metterle da parte, concentrando gli sforzi sulle vere questioni che interessano il Paese e le persone. Altrimenti corriamo il rischio di apparire un Partito scollato dalla realtà e dai bisogni delle comunità. Basta campagne d’odio pubbliche a suon di comunicati e post. Come PD dobbiamo parlare all’Italia e ai nostri territori dei temi veri: lavoro, sanità, burocrazia, ambiente. Le battaglie vanno portate avanti sui contenuti, discutiamo di identità, di chi vogliamo essere e dialoghiamo con i mondi oggi più in difficoltà. Nicola non arrenderti, andiamo avanti insieme“.

Non mollare adesso – scrive il segretario provinciale del Pd Filippo SacchettiNon è solo per solidarietà, ma anche per riconoscere i meriti. Per la fatica di aver guidato un grande Partito Democratico e popolare in questi anni. 2 anni in cui abbiamo cambiato il governo giallo verde e dato umanità e più giustizia al nostro paese, gestito una pandemia e grazie al nostro essere europei dato una speranza per uscirne, con nuove alleanze e unità, conquistando risorse per tornare a investire. È un’empatia che si condivide quando si vivono queste assurde rincorse quotidiane tra veline e logoramento, comportamenti irresponsabili in un gruppo dirigente fatto sempre più di tribù, correnti, interessi di parte.
Una malattia trasversale al PD di tutta Italia (nessuno escluso) che non solo non fa gli interessi della collettività, ma fa disperdere identità e capacità di liberare le migliori energie, quelle di giovani, donne, lavoratori che vorrebbero mettere un impegno per migliorare la società. Comprendo appieno questo stato d’animo da una piccola federazione provinciale. Ci siamo scritti queste cose proprio pochi giorni fa, col segretario. Quindi, Nicola, non mollare adesso, ripartiamo dall’assemblea per reagire più forti, stringere un nuovo patto con le famiglie e le imprese del nostro paese, con i territori, i tanti amministratori che mettono la vita in quello che fanno, con la politica fatta con passione, coi tanti ragazzi che credono in una politica trasparente e ad un partito con una ritrovata vocazione identitaria“.

Il problema del Pd non è Zingaretti – commenta il presidente della provincia Riziero Santi. Un congresso ora non serve. Azzerare tutte le ostilità e le ambizioni personali e di gruppo e avviare una grande campagna nei territori sui temi della sicurezza sanitaria e sociale, del lavoro, dello sviluppo e dell’innovazione.”

A dire la sua anche il portavoce della rete delle civiche di Rimini, Kristian Gianfreda.Le dimissioni di Zingaretti – scrive in un post – si declinano perfettamente anche nel PD locale, dove correnti e personalismi ammorbano riflessioni e confronti. Forza ragazzi.