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Negozio di sigarette elettroniche a Rimini trasformato in centrale di spaccio. Sette arresti

i carabinieri durante la perquisizione

Alle prime luci dell’alba, i carabinieri del Nucleo investigativo di Rimini hanno dato esecuzione a sette misure cautelari emesse dal gip del Tribunale di Rimini nei confronti di sei cittadini italiani e uno di origine albanese.

Le indagini dei militari dell’Arma, coordinate dal sostituto procuratore Paola Bonetti, hanno preso avvio dal monitoraggio di un riminese di 42 anni, del quale si sospettava da tempo che, dietro la copertura della sua attività lavorativa, nascondesse un’importante spaccio di stupefacenti, in particolare eroina e cocaina. Ad aiutarlo nell’attività illecità anche un altro 54enne riminese.

In particolare, dai servizi di osservazione e pedinamento si comprendeva che i due indagati erano collegati ad una persona posta ad un livello a loro superiore, un uomo di 44anni che aveva trasformato il suo negozio di sigarette elettroniche di via Lagomaggio in un vero e proprio deposito e centro di smistamento di stupefacenti. Nel prosieguo delle indagini veniva appurato che il negoziante, non fidandosi pienamente dei due complici, chiedeva l’aiuto del fratello 47enne, arrivato appositamente da Caserta, che assumeva il ruolo di suo braccio destro nello smercio di droga.

Peraltro, anche quando a fine ottobre 2020 il negoziante veniva arrestato in flagranza per detenzione ai fini di spaccio e posto agli arresti domiciliari, continuava imperterrito a dirigere i suoi complici, primo fra tutti il fratello e, secondariamente, un altro riminese 42enne. Quest’ultimo è risultato essere una sorta di “tuttofare”, che eseguiva alla lettera le direttive che entrambi i fratelli gli impartivano, facendo sia da autista che provvedendo, personalmente o in compagnia del fratello libero, alla consegna dello stupefacente ai soggetti in affari con il negoziante.

Nel corso delle indagini è emerso che che il commerciante 44enne intratteneva rapporti d’affari con un altro 59enne riminese. Quest’ultimo trattava principalmente eroina ma, per problemi di credibilità personale, si rivolgeva a lui per ottenere lo stupefacente. In particolare il negoziante, non ritenendo la fornitura di eroina in contrasto con i suoi interessi, in quanto prediligeva il traffico di cocaina, non si faceva problemi a procurargli la sostanza in questione a patto che  il 59enne acquistasse e cedesse anche dosi della sua cocaina. Quando i quantitativi di eroina e cocaina erano particolarmente ingenti, per smistarli spesso si affidava a un 43enne albanese, già gravato in passato da analoghe vicende penali.

I militari, al termine dell’operazione denominata “No Smoking”, hanno sequestrato 3 chili di eroina, tornata prepotentemente sul mercato, e un chilo di cocaina e smantellato un giro d’affari da circa 500mila euro.