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era stato visiting professor

Morte don Giorgio Mazzanti. Il cordoglio dell'ISSR Marvelli con cui collaborava

In foto: don Giorgio Mazzanti
don Giorgio Mazzanti
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 15 mar 2021 11:42
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Grande cordoglio anche a Rimini per la morte di Don Giorgio Mazzanti, priore della Pieve di Sant’Alessandro a Giogoli, sui colli fiorentini. Docente di Teologia Sacramentale all’Università Urbaniana di Roma, già dal 2003 Mazzanti ha sempre seguito con particolare attenzione l’attività formativa dell’ISSR “A. Marvelli”, “sostenendoci e facendoci dono della sua sapienza e testimonianza in tante occasioni“. Seminari, Convegni, Corsi, Laboratori. Dal 2010 fino al 2017 è stato Visiting Professor nel biennio di specializzazione per il corso di Teologia della Nuzialità.

Don Giorgio – ricorda Natalino Valentini, direttore dell’ISSR Marvelli – è stato uno dei teologi italiani più acuti e profondi di questi ultimi decenni che ha avuto l’audacia di ripensare la storia della salvezza e l’intera esperienza di fede cristiana alla luce del mistero nuziale, mostrandone tutte le implicazioni sul piano esistenziale, teologico, pastorale e mistico. La sua vasta opera di teologia sacramentale, unitamente alle tante raccolte poetiche, ai numerosi scritti di spiritualità, di critica letteraria, di esegesi biblica e patristica, costituiscono un prezioso scrigno di profonda umanità e sapienza cristiana, vissute con integrità e libertà evangelica, in una logica di dono e comunione, lontano da ogni intellettualismo”.

Negli ultimi anni una grave forma di sclerosi laterale amiotrofica lo ha portato alla perdita progressiva di ogni funzionalità fisica, martoriando il suo corpo fino allo spegnimento, eppure, anche in queste terribili condizioni, ha continuato a vivere con lucida presenza, in ogni istante della sua vita, l’immensità dell’amore di Dio. In una delle sue ultime comunicazioni affermava: “Sono chiamato ad affondare in questo mistero, ripensando al seme (solo morendo si moltiplica). E siamo nati per andare all’incontro con Dio che ci unisce a sé, che ci invita alle nozze, sapendo che chi crede, chi ama, è già passato dalla morte alla vita. Vivere l’abbandono a Dio è una lotta. Ogni volta mi devo consegnare oltre la paura“.