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Il Covid e l'istruzione accantonata. Sadegholavaad: "Asilo gratis per più famiglie possibili"

In foto: Sadegholvaad davanti al cantiere della scuola Ferrari
Sadegholvaad davanti al cantiere della scuola Ferrari
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
gio 11 mar 2021 12:59
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Una riflessione sul futuro prossimo, che non può prescindere dalla scuola e dai giovani, fortemente danneggiati dalla pandemia. L’assessore riminese Jamil Sadegholvaad lancia spunti interessanti e una proposta coraggiosa: la completa gratuità dei nidi per le famiglie che hanno una soglia Isee non necessariamente bassa. Un investimento potenziale annuale per il Comune di Rimini che arriverebbe ad un massimo di un milione di euro. Perché, secondo l’assessore, la ripartenza dopo il Covid deve poggiare su una società e una scuola migliore.

Di seguito l’intera riflessione:

“Tra le tante notizie che non avremmo voluto leggere c’è quella – fresca di giornata – del gap crescente tra Italia e Europa per numero di laureati. Il Covid ha ampliato la forbice: stando alla fotografia del secondo trimestre 2020, tra i giovani di 30-34 anni italiani il 27,9% ha un titolo universitario contro il 42,1% della media UE. Addirittura, peggio se si scende di uno scalino scolastico: nel secondo trimestre dello scorso anno, nel nostro Paese il 62,6% delle persone tra i 25 e i 64 anni ha il diploma di scuola superiore, percentuale inferiore di 16 punti rispetto la media europea.  

Questi numeri e la confusa paralisi che ha portato l’Italia a essere tra i Paesi peggiori per ciò che riguarda la reiterazione della chiusura delle aule durante l’anno del Covid 19, rimandano a uno scenario di emergenza nazionale. E non si può dare solo la colpa alla pandemia: errori, deficit, mancanza di visione vengono da lontano e non sono mai stati affrontati adeguatamente. E proprio mentre il dibattito pubblico si concentra sul come si possano spendere i miliardi del Next Generation UE, in silenzio si consuma il dramma della scuola e dell’educazione che davvero sarebbero – anzi, sono – il primo degli investimenti sul futuro di comunità. Il Recovery Fund sta lì proprio per ragionare di investimenti sul presente e sul futuro, e la scuola non può non farne parte.  

Ma bisogna partire anche dal locale. Anche in regione, e nei territori provinciali dell’Emilia Romagna, stanno emergendo criticità strutturali, combinato disposto di diversi elementi, tra i quali spicca la denatalità. Il rischio è che nei prossimi anni quella che è una rete scolastica tradizionale e diffusa (pubblica, paritaria, privata) possa subire ridimensionamenti non indifferenti, strette com’è – ad esempio – tra rigidi parametri ministeriali che impongono la chiusura di classi nei luoghi (quasi tutti periferici) che non raggiungono quorum di alunni e anche “aggredita” dalla spinta crescente di nuove forme educative “artigianali”.

Nel programma amministrativo dei prossimi anni questo tema deve essere centrale. E per definirlo è necessario aprire una vera e propria ‘costituente programmatica’, definendo insieme a tutti i soggetti che compongono il mondo della scuola un nuovo progetto educativo. Credo sia indispensabile ripartire da qui. Il Comune di Rimini, dopo che in 10 anni ha provveduto a un investimento sensibile sull’edilizia scolastica, tra nuovi plessi e altri oggetto di manutenzione straordinaria (17 plessi tra nuovi e riqualificati radicalmente), credo debba prendere in considerazione proposte sperimentali sul tema dell’accessibilità scolastica. Ad esempio, il tema della gratuità completa dei nidi per le famiglie che hanno una soglia ISEE non necessariamente bassa, deve essere assunto come ipotesi concreta di lavoro anche per un Comune capoluogo come Rimini.

L’investimento potenziale annuale per il Comune per una misura del genere arriverebbe ad un massimo di un milione di euro: sostenibile, direi, visto che si tratterebbe di un investimento sul futuro e non di una spesa. Così come, magari attraverso accordi con regione e Ministero, il divieto di chiudere sezioni scolastiche nei luoghi più decentrati, a prescindere dalla corrispondenza del numero di alunni ai termini di legge. Se vogliamo ripartire dopo il Covid costruendo una società migliore e città meno intasate, dobbiamo farlo principalmente dalla scuola e dai servizi diffusi sul territorio. Un laboratorio, uno spazio, una costituente dove si metta in fila un progetto integrato di ripartenza è necessario”.