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i chiarimenti della provincia

Costi Tpl e Metromare. Santi risponde alle critiche: allarme ingiustificato

In foto: il metromare
il metromare
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 12 mar 2021 13:13 ~ ultimo agg. 17 mar 17:58
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Dopo le critiche mosse dal comune di Bellaria Igea Marina sull’aumento del 42% delle spese da sostenere per il trasporto pubblico locale imputato al Metromare (vedi notizia), arriva la risposta del presidente della provincia Riziero Santi. Un allarme ingiustificato – premette Santi spiegando che i comuni che non beneficiano del Metromare non ne pagano i costi. “Il criterio utilizzato per suddividere i costi del TPL – dice – è chiarissimo e le tabelle vanno lette correttamente. Ogni Comune paga per i chilometri che le vetture del TPL percorrono nel proprio territorio. Più chilometri vengono percorsi più alti sono i costi. Come il consumo dell’acqua che esce dal rubinetto. La gran parte dei costi è coperta dai contributi regionali, circa il 65% del totale. Un’altra parte è coperta dalle entrate dei biglietti e degli abbonamenti, una quota particolarmente alta, in condizioni normali, in provincia di Rimini (è circa il 20%). Il resto viene ripartito tra i Comuni sulla base dei chilometri.”

In provincia di Rimini – prosegue Santi – vengono percorsi in totale circa 7,5 milioni di km; Metromare pesa per circa 300 mila km, ovvero meno del 5% del totale. Questi chilometri vengono pagati dai Comuni di Rimini e di Riccione e, per il 25%, dalla Provincia, che paga una quota fissa per tutti i km sovracomunali effettuati. Nessun altro Comune, quindi, paga per il Metromare.”

Qualcosa però è cambiato nel 2021, vale a dire il beneficio che ogni Comune riceve, per il proprio bilancio, dal contributo regionale. “Per calcolarlo – dice Santi – bisogna dividere il totale del contributo dato dalla Regione per il totale dei chilometri che quest’anno aumenterà, appunto, di circa il 5%. Questo avverrà quando Metromare entrerà in servizio a pieno regime, con i mezzi e l’infrastruttura collaudati. A quel punto, per fare un esempio, un Comune che versava 100 mila euro avrà un incremento di costi non superiore al 5%, ovvero 5 mila euro. Senza contare poi che nel 2020, grazie a questo metodo di ripartizione dei costi, sempre per restare all’esempio, quel Comune ipotetico avrebbe risparmiato circa 20 mila euro. Aggiungo poi che l’incasso da tariffe è ripartito tra tutti i Comuni e non è suddiviso secondo il Comune di provenienza dell’incasso, il che favorisce non certo gli hub. Insomma, di questo stiamo parlando.” Santi parla di “polemiche strumentali“.

Il presidente della provincia tira però anche un po’ le orecchie ad alcuni comuni. “Non si può pensare che si possa avere un miglior servizio, puntuale moderno e sostenibile – spiega –, agli stessi costi di una rete superata e che non può essere mantenuta così com’è oggi. Mi aspetterei piuttosto proposte su come migliorare il servizio integrandolo con il piano comunale della mobilità urbana e per connettersi con altri territori, ma tant’è. Qualcuno obietterà ma intanto il mio Comune paga di più. Allora, leggendo bene il bilancio scoprirà che è venuto meno l’incentivo che la Regione aveva dato per tre anni per premiare la realizzazione dell’Agenzia unica della Romagna, AMR; inoltre, è aumentato qualche canone, e i canoni, come da statuto, si suddividono tra tutti i Comuni, secondo le quote di capitale possedute in AMR. Per questo la Provincia di Rimini ha messo a disposizione 100 mila euro a vantaggio dei piccoli Comuni, per abbassare gli incrementi dei costi e praticare una sorta di sussidiarietà istituzionale trasversale.