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Smart working nel Comune di Rimini, approvato il regolamento

In foto: la recente foto di Melissa Fleming, funzionaria Onu
la recente foto di Melissa Fleming, funzionaria Onu
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
sab 6 feb 2021 13:36 ~ ultimo agg. 13:44
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La Giunta Comunale ha approvato il regolamento per la disciplina del lavoro agile nel Comune con lo scopo di migliorare la produttività consentendo la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro del personale.

Il provvedimento – spiega l’Amministrazione Comunale – rappresenta il primo passo per l’introduzione in maniera strutturata dello smart working nel Comune di Rimini, delineando la cornice normativa all’interno della quale riorganizzare il lavoro quando sarà terminata la fase di emergenza sanitaria. Fino a quel momento infatti continueranno ad applicarsi le norme contenute dei vari decreti legge che nel corso del 2021 si sono succeduti e che hanno imposto agli Enti pubblici l’obbligo di far lavorare il personale in modalità agile per prevenire il contagio da Covid-19. Una fase transitoria che ha però consentito di testare e valutare nuove soluzioni organizzative da mettere a regime quando l’emergenza epidemiologica sarà alle spalle.

Il regolamento indica le condizioni organizzative, funzionali e tecnologiche che devono sussistere affinché possa essere autorizzato il lavoro agile. Lo smart working interesserà quelle attività che, per caratteristiche, possano garantire anche a distanza livelli di efficienza e produttività non inferiori a quelli che caratterizzano il lavoro in presenza. Il regolamento inoltre disciplina i contenuti dei progetti individuali di lavoro agile del dipendente, che avranno cadenza periodica rinnovabile e che saranno sottoposti a valutazione rispetto al raggiungimento degli obiettivi e gli impatti sull’azione amministrativa.

Il lavoratore agile sarà soggetto a tutti gli obblighi dei lavoratori in presenza e dovrà rispondere a regole di comportamento specifiche riguardo la tutela dei dati e l’utilizzo delle strumentazioni tecnologiche date in dotazione. Il regolamento sancisce anche il “diritto alla sconnessione”: durante i periodi di riposo il dipendente può cioè disattivare i dispositivi tecnologici utilizzati per lo svolgimento della prestazione lavorativa.

Il regolamento individua da ultimo i criteri di selezione dei dipendenti ai fini dell’autorizzazione allo svolgimento del lavoro a distanza, dando priorità alla ricorrenza di condizioni di difficoltà del lavoratore anche temporanee tali da rendere disagevole il raggiungimento del luogo di lavoro, oltre ad esigenze legate alla gestione familiare (esigenze di assistenza e di cura di figli minori, specie per le lavoratrici madri, di familiari invalidi, ecc.).

“ll dramma del Covid ci ha insegnato che dalle emergenze anche più gravi possono nascere delle opportunità e occasioni di progresso – commenta il vicesindaco con delega al personale Gloria Lisi – Lo smart working che prima del marzo 2020 per gli enti pubblici era una opzione residuale, è diventato all’improvviso una scelta obbligata, costringendo il Paese e fare i conti con dei gap e dei limiti che oggi dobbiamo superare. Auspicando di lasciarci alle spalle il prima possibile la fase emergenziale, ma facendo tesoro dell’esperienza maturata in questi mesi, introduciamo un regolamento che disciplina e favorisce lo smart working, garantendo allo stesso tempo continuità a tutti quei servizi in presenza che prevedono un rapporto con il pubblico. Sarà quindi regolamentato lo smart working in quei settori dove questa forma organizzativa può migliorare la produttività e allo stesso tempo offrire la possibilità di conciliare i tempi di vita e di lavoro, con un’attenzione particolare per le madri lavoratrici. Non da ultimo, il lavoro agile ha anche un impatto positivo sulla riduzione del traffico urbano nell’ottica di città sempre più smart e consente all’ente di ottimizzare le risorse in termini di spazi, attraverso il cosiddetto desk sharing (postazioni utilizzate a rotazione dal personale) e riduzione dei costi, da quelli per la strumentazione informatica ai costi ‘vivi’ delle utenze. È un percorso in partenza, che potrà quindi avere effetti positivi su ampia scala”.