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Settore in crisi

Settore Moda. Le proposte della Cgil: un'agenzia per lo sviluppo

In foto: repertorio
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di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
mer 3 feb 2021 10:50
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La Filctem Cgil di Rimini ha inviato a istituzioni, parti sociali e imprese locali un Documento sul Sistema Moda Territoriale, colpito da una profonda crisi. Come sostenuto anche nel suo Piano del Lavoro 2020, la Cgil ritiene necessario investire in scelte a lungo termine, individuando le risposte adeguate alle necessità del territorio affinché producano effetti concreti per il benessere dei lavoratori e dei cittadini. E per farlo, in un’ottica di sistema, la proposta è quella di costituire una Agenzia per lo Sviluppo Territoriale. Una proposta, spiega il sindacato, rimasta quasi del tutto inascoltata e che il documento sulla filiera della Moda vuole riportare all’attenzione e al senso di responsabilità dei soggetti firmatari del Patto per il Lavoro e il Clima 2030 dell’Emilia Romagna.

Il documento parte da un’analisi del contesto imprenditoriale locale che per quanto riguarda il Sistema Moda della provincia di Rimini. Un settore che rappresenta l’8% di quello regionale con 460 imprese manifatturiere e 320 imprese artigiane. Gli addetti complessivi del settore sono circa 4.000 di cui il 68% è rappresentato da manodopera femminile, con un’età tra i 35-54 anni, per il 72% con contratti a tempo indeterminato.
Le fragilità che emergono, spiega la Cgil, maggiormente sono legate agli effetti della pandemia e l’assenza di risposte urgenti e adeguate potrebbe condurre ad una perdita di posti di lavoro che non solo sfocerebbe in un dramma sociale, ma rischierebbe anche di cancellare e disperdere competenze e professionalità uniche, precludendo riprese future.

Secondo il sindacato la ripresa passa dalla qualità del lavoro, dal ruolo centrale dell’economia reale, dalle imprese, dalle attività produttive, dalle competenze superando il modello che punta solo a tagliare i costi e a condizionare i fornitori su tempi e prezzi e ragionando con la filiera in termini sistemici, di squadra, di interesse comune a lungo termine. Considerato il valore delle produzioni made in Italy ed in particolare la moda di lusso, specificità del territorio, occorre, ritiene la Cgil, predisporre strumenti di incentivo riservate alle iniziative di rientro di fasi delle lavorazioni o di intere produzioni che oggi sono delocalizzate. Le iniziative di reshoring potrebbero essere agevolate intervenendo su oneri fiscali locali, energetici e di promozione dello sviluppo locale.

I Patti di Filiera potrebbero agevolare le aggregazioni di impresa, consorzi d’impresa o accordi di rete. La Cgil invita anche alla valorizzazione del “Fondo nuove competenze”, da aggiungere ad un Patto per la Formazione e le Competenze, dove far convergere le capacità progettuali sui nuovi fabbisogni dei Fondi Interprofessionali come Fondartigianato e Fondimpresa.

Alla sollecitazione della Cgil è arrivata la risposta del sindaco di San Giovanni in Marignano, Daniele Morelli. Nei giorni scorsi – scrive – abbiamo ricevuto lo stimolo da parte dei Sindacati CGIL FILCTEM a costituire l’Agenzia per lo Sviluppo Territoriale, rivolgendo particolare attenzione al Settore Moda. Prendersi cura della propria comunità significa anche tutelare il lavoro, proteggendo i lavoratori dalla possibilità di perderlo. In questi mesi abbiamo assistito ad una crisi economica legata alla pandemia, che desta sempre maggiori preoccupazioni e rischia di provocare conseguenze complesse sul piano lavorativo, in particolare in un settore, come quello della moda, che per San Giovanni è fondamentale.
Sono dunque a sostenere la richiesta dei sindacati di aprire un tavolo di discussione su questo tema. Nella Provincia di Rimini e a San Giovanni in Marignano in particolare sono presenti delle eccellenze che contribuiscono in maniera sostanziale alla forza lavoro del nostro territorio: il sistema Moda della Provincia, infatti, rappresenta l’8 % di quello regionale tra imprese manifatturiere artigiane. Si tratta di un settore dinamico, che tuttavia ha registrato una perdita di fatturato nel 2020 di circa il 40 %.  È importante che, oltre ad impegnarci per superare l’emergenza sanitaria, iniziamo a dialogare per proteggere l’occupazione dei cittadini, lavorando sul tema della qualità, promuovendo l’utilizzo di ammortizzatori per evitare licenziamenti, ma anche valutando soluzioni a largo raggio. Questo può essere fatto solo mettendo insieme i vari attori, perché tutti concorrano ad un risultato comune.
Questa Amministrazione, come già successo per altri settori in difficoltà, non si tirerà mai indietro nel confrontarsi, dialogare e trovare insieme soluzioni”.

Positivo anche il riscontro della presidente dell’assemblea legislativa regionale Emma Petitti.Il lavoro deve essere il tema centrale per il rilancio del nostro territorio”. Condivido e sposo in pieno la proposta della Cgil di Rimini di costituire un’Agenzia per lo Sviluppo Territoriale. L’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Coronaviru e le conseguenti, quanto necessarie, misure restrittive adottate da quasi un anno a questa parte hanno avuto ripercussioni pesanti sul mercato del lavoro, in particolare su giovani e donne, come ha evidenziato il rapporto del Censis uscito alcuni giorni fa. E non possiamo sottovalutare il fatto che la situazione rischia di diventare “esplosiva” nei prossimi mesi con la fine del blocco dei licenziamenti e della cassa integrazione con causale Covid. Dunque, cosa fare per prevenire e limitare i danni? L’Agenzia per lo Sviluppo Territoriale a mio avviso è l’approccio più appropriato perché si basa su un modello partecipato di crescita, all’insegna della sostenibilità, dell’universalità dei diritti e della coesione sociale, come evidenzia la Cgil. Il tutto potrebbe rafforzare le sinergie tra enti, istituzioni e associazioni, che sono la forza del nostro territorio. Un esempio in tal senso è il Patto per il lavoro e il clima, varato dalla Regione Emilia-Romagna nel 2015 e recentemente aggiornato, che ha come punto di forza quella capacità di fare squadra insita nel nostro dna. Ora quello che occorre è una ricalibratura funzionale degli strumenti: dobbiamo investire per un nuovo modello di sviluppo che sia funzionale alle sfide che ci attendono nei prossimi mesi. Per centrare l’obbiettivo sono fondamentali formazione e politiche attive per il lavoro ma serve anche una “cabina di regia”, come appunto potrà essere l’Agenzia per lo Sviluppo Territoriale, che abbia la funzione di coordinare il tutto. Per questo io conto che possa essere attivata al più presto. Solo così potremo guardare al futuro con più fiducia.