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martedì 16 aprile 2024
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Il dopogara

Rimini-Real Forte Querceta 1-2. Mastronicola: "Una squadra impaurita"

In foto: Alessandro Mastronicola
Alessandro Mastronicola
di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura lettura: 5 minuti
sab 20 feb 2021 16:30 ~ ultimo agg. 21 feb 18:20
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Le dichiarazioni in sala stampa dopo la gara tra Rimini e Real Forte Querceta, vinta dagli ospiti per 2-1.

Il primo ad arrivare in sala stampa è Christian Amoroso, allenatore del Real Forte Querceta: “Non chiudere le partite è stato il problema nostro delle ultime 5-6 partite, anche 7-8. Abbiamo sempre tante occasioni da gol e siamo una delle squadre che segna meno. Abbiamo due ottimi attaccanti, che hanno fatto però solo cinque gol. Se alla fine in una mischia prendi gol è un peccato. Siamo stati bravi ad avere la reazione quando abbiamo subito il gol, siamo stati bravi a farne subito un altro, per questo faccio i complimenti alla squadra”.

Si aspettava qualcosa in più dal Rimini? “Io credo che il Rimini abbia fatto una buona partita. Credo che il Rimini sia nel momento più basso: una società da ricostruire, uno spogliatoio da ricostruire. Sono sicuro che il Rimini, grazie anche al mister, saprà ripartire. Lasciatemi dire che per una società come la mia, piccola ma integra, fare sei punti con il Rimini è un orgoglio”.

Alessandro Mastronicola, allenatore Rimini Calcio. Tra andata e ritorno il Real Forte Querceta ha portato via ai biancorossi sei punti. “Per fortuna che non ci giochiamo più, evitiamo di fare altri passi falsi – attacca “Mastro” -. È stata una partita in cui all’inizio eravamo contratti, poi, pur soffrendo in qualche circostanza, stavamo tenendo bene il campo e provato ad organizzare alcune ripartenze. Poi abbiamo subito gol e quando subisci gol la mente si offusca, la nostra si è offuscata abbastanza bene. Nel secondo tempo siamo partiti bene, siamo giunti al pareggio, ma poi è andata come tutti sappiamo. Abbiamo sofferto le ripartenze, quelle che ti restano in mente e che ti fanno pensare ad una gara sofferta, ma abbiamo anche creato situazioni in cui avremmo potuto fare meglio, ma così non è stato. Così siamo qui a commentare una sconfitta. Ho visto una squadra impaurita nel fare tutto, anche la cosa brutta. Per la paura di sbagliare sbagliavamo, per la paura di fare sbagliavamo. Quando sei così non riesci mai a liberarti mentalmente, purtroppo poi al minimo errore paghi dazio. Ho chiesto in questi giorni ai ragazzi di non preoccuparsi degli errori”.

Chi marcava Pegollo sui calci piazzati? “Sulle punizioni laterali lavoriamo con la linea. Abbiamo in effetti concesso a Pegollo di saltare bene. Non è però un errore da imputare al singolo. Se poi io vado dentro lo spogliatoio e inizio a dire: “è colpa tua, è colpa tua, è colpa tua!” non ne usciamo. Non me la sento oggi di colpevolizzare nessuno. Faccio fatica anche a trovare le parole, per la prima volta mi sono fermato a parlare nello spogliatoio con i ragazzi. C’è una delusione che tocchi con mano, preferirei fosse rabbia. Ai ragazzi non posso dire niente, l’impegno c’è stato, la voglia c’è stata”.

Alex Ambrosini, attaccante Rimini Calcio, autore del momentaneo 1-1 con una giocata di gran classe. “Col gol ci si fa poco oggi, è un peccato perché volevamo tutti dare un segnale diverso, perlomeno dal punto di vista del risultato. Con la prestazione ci abbiamo provato. Non so cosa dire oggi: sono a pezzi, come tutta la squadra. È stato un periodo intenso, secondo me avremmo meritato anche di più, però il calcio è così. Passerà anche questo periodo. In questa partita c’è un po’ tutto di noi: magari proviamo a giocare, sugli episodi non siamo cattivi, poi subiamo lo schiaffo e ci mettiamo qualcosa in più. Ci saremmo meritati un altro risultato anche per il periodo che stiamo passando, ma oggi si sono visti tutti i limiti di questa squadra”.

La sua è stata una delle poche prestazioni positive. “Io cerco sempre di dare quel qualcosa in più sotto il punto di vista dell’atteggiamento perché è una mia caratteristica. Ho provato ad aiutare i compagni anche sotto il punto di vista del morale. Noi più grandi dobbiamo guidare i più giovani, se non basta dobbiamo fare tutti qualcosa in più”.

Difficile uscire da questa situazione. “Di alibi potremmo averne tanti, faccio fatica a dire cosa potremmo fare di più. Oggi c’erano anche assenze pesanti. Noi dobbiamo metterci qualcosa in più, ma è difficile dire cosa”.

E mercoledì si torna già in campo, con il Rimini di scena a Forlì. “È una fortuna giocare ogni tre giorni. C’è solo da lavorare e cercare di mettere quel qualcosa in più che è mancato nell’ultimo periodo. Ci dobbiamo dare degli obiettivi perché ancora qualcosa possiamo fare in questo campionato. Oggi abbiamo rischiato tanto sui calci piazzati, abbiamo preso gol un minuto dopo aver fatto il nostro. Abbiamo corso come forsennati, anche in maniera disordinata, provando a dare tutto”.

Tornando al gol: sombrero e diagonale. “Il gol è stata una giocata d’istinto: ho visto il giocatore aggressivo, l’ho scavalcato, poi sono stato anche fortunato perché la palla ha rimbalzato proprio davanti al portiere”.

Francesco Scotti, portiere Rimini Calcio: “Penso che sia sotto gli occhi di tutti: la situazione è difficile, è complicata. Di queste stagioni ormai ne ho vissute tante, quando entri in un ciclo negativo ti porti la negatività all’interno e quella negatività ti porta poi a ottenere questo tipo di risultati. Anche se ci provi con l’agonismo, con la voglia di fare, è un provarci in maniera confusionaria”.

Sul secondo gol e in generale sulle difficoltà odierne riscontrate nel contenere Pegollo sui calci piazzati. “Lì non facciamo una marcatura a uomo, si fa una linea, che scappa. Vai alla ricerca della palla. Il loro attaccante ha colpito diverse volte la palla di testa. Adesso ti cade sempre tutto addosso. Entra nella testa dei giocatori quella paura di prendere gol, di sbagliare, che ti porta negatività. Sicuramente è difficile da gestire perché sono settimane in cui cerchi di scuotere in maniera imponente, magari alzando anche la voce o comunque avendo reazioni importanti. Però secondo me siamo arrivati al punto di dover cercare di trovare una tranquillità in campo che al momento non si vede. C’è grande paura e in queste situazioni rischi seriamente di fare patatrac. Dopo non ne esci fuori. Bisogna non entrare in quella fase e cercare in qualche modo di venirne fuori”.

Michele Manfroni, difensore Rimini Calcio, prodotto del vivaio che ha esordito dal primo minuto in prima squadra. “Sicuramente ho provato una grande emozione: per me era il sogno di una vita giocare per la squadra della mia città. Non è andata come speravo, resta però per me un momento indelebile”.

Si aspettava di mettere piede in campo anche prima di oggi? “Io sono sempre stato pronto, a disposizione, il mister poi fa le sue scelte. Mi sono sempre allenato al massimo e per me la maglia da titolare di oggi è una gratificazione. Ma la partita non è andata come speravamo. È stata una partita giocata molto sui lanci lunghi del portiere per gli attaccanti loro, noi nel primo tempo ci siamo adattati. Nel secondo tempo, quando stavamo venendo fuori, abbiamo preso il secondo gol, abbiamo provato l’ultimo assalto, ma non è servito. Alla fine avevo i crampi perché era da tanto che non giocavo. Io do sempre il massimo in allenamento, spero di potermi ritagliare uno spazio, questo è il mio obiettivo”.

LE PAGELLE DI NICOLA STRAZZACAPA

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