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Calo del 66% per RSA

Personale sanitario: 90mila vaccinati in Regione, contagi in calo dell'86%

In foto: repertorio
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 26 feb 2021 14:50 ~ ultimo agg. 17:36
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Dal 20 dicembre al 21 febbraio i casi di positività tra gli operatori sanitari in Emilia Romagna sono scesi da 720 a 100, registrando quindi un calo dell’86%, e nello stesso arco di tempo le persone assistite nelle strutture socio-sanitarie che hanno contratto il virus sono passate da 2.353 a 782, con una diminuzione pari al 66%. Un risultato ancora più significativo se si considera che le nuove positività complessive, sul totale della popolazione, non hanno purtroppo registrato alcuna flessione. Anzi, sono state maggiori nella settimana dal 15 al 21 febbraio rispetto a quella dal 14 al 20 dicembre.

In totale sono più di 90mila gli uomini e le donne che lavorano nel mondo della sanità ad avere ricevuto entrambe le dosi di vaccino, che anche per queste categorie, come per l’intera popolazione, è su base volontaria: sono già stati immunizzati il 75% dei medici, il 68% degli infermieri e il 58% degli operatori sanitari. Nelle Cra sono quasi 20.000 gli ospiti che hanno concluso il ciclo vaccinale, con oltre il 90% delle residenze al momento Covid-free: ad oggi, infatti, sul totale di 1.428 strutture presenti da Piacenza a Rimini, in sole 126 strutture sono presenti degenti positivi.

Al 23 febbraio, quindi a meno di due mesi dal Vaccine day del 27 dicembre, in Emilia-Romagna sono stati immunizzati 90.308 operatori sanitari e 19.486 ospiti delle Cra, le prime categorie a ricevere il vaccino perché più a rischio, in quanto maggiormente esposte e fragili.

Per quanto riguarda la suddivisione dei vaccinati per Azienda sanitaria di riferimento, hanno ricevuto due somministrazioni e quindi completato il ciclo a Piacenza 5.002 professionisti della sanità e 1.638 ospiti delle strutture socio-sanitarie; a Parma sono rispettivamente 10.645 e 2.186 persone; a Reggio Emilia 7.379 e 2.012, a Modena 13.725 e 2.639; a Bologna 21.436 e 3.614; a Imola 2.245 e 551; a Ferrara 8.921 e 1.700; nelle province dell’Ausl della Romagna (quindi Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini) 20.955 e 5.146.

primi studi effettuati in Emilia-Romagna, in particolare dall’Azienda ospedaliera di Modena, sul livello dell’immunizzazione garantita dal vaccino e sulle sue conseguenze, danno risultati confortanti. Su 4.296 operatori sanitari presi in esame, a distanza di 4 settimane dalla seconda dose è stata valutata lquantità e la qualità della risposta immunitaria: nel 99,99% dei casi il personale vaccinato ha sviluppato gli anticorpi fondamentali per evitare il contagio. E per quanto riguarda le reazioni avverse, non ne risultano né di gravi né di inattese: il sintomo più frequente è il dolore dove è stata praticata l’iniezione, a seguire la febbre.

Un’altra ricerca in corso, condotta dall’Azienda Usl della Romagna con l’Unità operativa di microbiologia di Pievesestina di Cesena su 10mila dei propri operatori sanitari già vaccinati con prima e seconda dose, permetterà inoltre di dare risposta a un interrogativo fondamentale: qual è la tempistica e la reale durata dell’immunità indotta dai vaccini anti-Covid.

“La prima fase della campagna vaccinale, peraltro ancora in corso mentre è iniziata quella verso i grandi anziani, sta dando ottimi risultati, e con ottimi risultati intendiamo centinaia di vite salvate – dichiara l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele DoniniSaremmo arrivati anche a una immunizzazione ben superiore, se i quantitativi consegnati dai produttori fossero stati sempre rispettati: come Regione siamo pronti ad accelerare in ogni momento, se ci saranno garantite adeguate dosi di vaccino. Intanto, l’Emilia-Romagna fa importanti passi avanti anche sul fronte della ricerca: i due studi testimoniano- chiude Donini- la capacità dei nostri professionisti di guardare avanti, anche in momenti complicati come quello attuale. Assieme alla gestione dell’emergenza è importante, infatti, valutare scientificamente anche gli effetti a lungo termine della vaccinazione, e mettere i risultati a disposizione della comunità scientifica”.