Oasi Torriana e Montebello. Il comitato non si arrende alla riduzione dell'area
Si dicono sorpresi e tristi, ma ancora tenacemente convinti che la battaglia per ripristinare le dimensioni originarie dell’oasi naturalistica di Torriana e Montebello non sia ancora conclusa. Il comitato per l’Oasi che si è costituito oltre un anno fa ha saputo che avrebbe portato ad un nulla di fatto l’incontro tra i sindaci di Poggio Torriana, Santarcangelo di Romagna e Verucchio, i rappresentanti della Provincia di Rimini e quelli della Regione Emilia Romagna avvenuto ieri. “Secondo notizie ufficiose l’Oasi di Torriana e Montebello rimarrebbe ridotta di 2/3 nella superficie e aperta alla caccia ai cinghiali col metodo delle braccate. Con buona pace di tanti che chiedono da tempo un ripensamento”. “Una decisione – dicono – che se confermata sarebbe ancora più grave, perché presa contro i pareri delle massime istituzioni locali di Provincia e Comuni interessanti, che ben conoscono il territorio e meglio di ogni altro ne rappresentano le istanze”. Il comitato annuncia che continuerà la sua battaglia. Invierà una lettera “alla Presidente della Giunta Regionale dell’Emilia Romagna, Emma Petitti, poiché proprio tale Giunta prima delle ultime elezioni regionali aveva sostenuto l’iniziativa del Comitato attraverso l’allora Assessora alla caccia, Simona Caselli: non vorremmo mai pensare che fossero state solamente promesse elettorali“. La stessa lettera sarà inviata anche all’assessore all’Ambiente Irene Priolo, al Presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, e all’Assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini. Il comitato per l’Oasi chiede anche di sapere nel dettaglio cosa è emerso dall’incontro dell’8 febbraio con l’assessore regionale alla caccia Mammi.
Alcune risposte arrivano in una nota congiunta firmata dai sindaci Parma, Raggini e Sabba, tra cui la promessa dell’assesore regionale di incontrare il comitato.
“L’incontro di ieri con l’assessore Alessio Mammi, è stato utile per chiarire il percorso amministrativo che ne ha determinato la modifica del perimetro, il numero dei cinghiali abbattuti e le modalità di braccata. Queste tematiche saranno ulteriormente approfondite attraverso una valutazione tecnica dei cambiamenti introdotti negli ultimi tempi, che la Regione invierà ai Comuni”.