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2020 anno nero del turismo

Nell'agenda di Draghi c'è il rilancio del turismo. Gnassi: alle parole seguano i fatti

In foto: Mario Draghi
Mario Draghi
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mer 10 feb 2021 16:58 ~ ultimo agg. 11 feb 12:57
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I dati internazionali e nazionali confermano il 2020 anno orribile per il turismo. La provincia di Rimini è dentro a questo trend. Nell’agenda del presidente incaricato Draghi c’è il rilancio del turismo. L’appello del sindaco Gnassi: alle parole seguano i fatti.

Un milione e mezzo di presenze estere in meno rispetto al 2019 a Rimini, che, con i segni meno di Riccione, Cattolica, Bellaria e Misano, fanno 2 milioni e 600 mila presenze turistiche in meno in tutta la provincia. Il ciclone pandemia ha travolto più di tutti i settori il turismo. In termini assoluti, il territorio riminese nell’anno della prima e seconda ondata del Covid, dei lockdown e della paralisi di qualunque flusso da e per l’Italia ha perduto più di 7 milioni di presenze e più di un milione di arrivi. I dati nazionali e le elaborazioni di Governo e Istat, evidenziano che le città a forte vocazione turistica come Rimini, Firenze, Venezia, Roma, Milano sono in assoluto le più colpite.
Il 2020 per il turismo riminese, così come per quello dell’intero Paese, segna uno spartiacque. L’espansione dei flussi turistici sembrava confermata dalle prime evidenze dei dati di gennaio dell’anno 2020 (+2,3 gli arrivi totali nel comune di Rimini e +6,1% le presenze totali a Rimini rispetto allo stesso mese dell’anno precedente). Già da febbraio i primi effetti della pandemia e delle misure di contenimento hanno colpito duro, fino ad arrivare al mese del lockdown: marzo che segna -94,7% di arrivi e -71,3% di presenze. Da lì in poi la domanda quasi si azzera. il calo delle presenze è pari a -90,7% ad aprile, e -89,1% a maggio. A giugno i flussi turistici tendono a risalire lievemente tuttavia, le presenze totali rappresentano appena il 19% di quelle registrate nello stesso mese del 2019. Agosto registra un -10,2% di arrivi e un -19% di presenze, +1,3% di arrivi italiani, mentre risulta ancora penalizzata la componente estera che, nel mese di agosto 2020, registra un -43,5% di arrivi. A settembre la variazione negativa delle presenze totali torna ad ampliarsi, arrivando a -34,8%. Il comparto alberghiero in particolare registra una maggiore sofferenza rispetto a quello extraricettivo: le presenze alberghiere registrate nel 2020 sono meno della metà (il -48,5%) di quelle rilevate nel 2019, mentre quelle del settore extralberghiero il -25,9%.
Dei turisti stranieri, il 20% è rappresentata dai tedeschi, seguono Svizzera e Liechtenstein, Romania e Russia.

Alcuni stralci della nota del sindaco di Rimini Andrea Gnassi:

“I dati statistici di fine anno consegnano un 2020 disastroso per il settore del turismo. (…) I grandi investimenti privati di soggetti nazionali e internazionali che sono arrivati negli uffici comunali con progetti da Rivabella a Bellaria a Miramare, su tutto il lungomare, sono il segno di una città che con il suo cambiamento conterà sull’attrazione di turisti nei prossimi anni. Parco del Mare e Museo Fellini sopra tutti. Siamo al lavoro, insieme ad Apt Emilia Romagna e Visit Romagna, per rilanciare le nostre destinazioni con nuove campagne tv e web a livello nazionale ed estero per il rilancio del turismo in vista della prossima stagione, sperando negli effetti della campagna di vaccinazione in corso. Certo che dovremo concentrarci sul turismo di prossimità e nazionale nelle prossime settimane, nei prossimi mesi. Ma chi rinuncia alla dimensione competitiva internazionale, con una rivoluzione di prodotto urbana e ambientale, decide di fatto di ritirarsi dal mercato.
Infrastrutture, grandi opere, cantieri sono le tre voci che anche il presidente del consiglio incaricato Draghi ha messo al primo posto per il rilancio del turismo nella sua agenda di governo. Speriamo che alle parole seguano i fatti.

(…) Obiettivi su cui Rimini sta lavorando da lungo tempo e occorre che con la stessa tenacia con cui il nostro territorio ha sviluppato progetti come Metromare, la nuova Statale 16, la viabilità, cantieri culturali e nuovo lungomare, azioni a sostegno di Fiera e aeroporto (ancor più forti del via libera appena arrivato dall’Unione Europea al sostegno statale per l’aeroporto di Rimini), occorre che anche l’Italia faccia lo stesso per rilanciare il turismo che da tempo chiede una politica industriale a sostegno delle proprie attività.
Ci dovranno essere interventi infrastrutturali, penso al corridoio adriatico, così come ristori veloci e veri per le attività in grave difficoltà e l’estensione di bonus edilizi alle strutture ricettive che vogliano riqualificare; penso alla rigenerazione con il bonus 110 su cui nelle prossime settimane il Comune di Rimini aprirà un ufficio speciale e ad azioni non per ‘mattonizzare’ di palazzine, ma riconvertire strutture fuori mercato da decenni; penso anche al bonus vacanze così come politiche generali che tornino a favorire i consumi in primis del mercato interno. Infine, e ovviamente, sarà decisiva e arma finale l’organizzazione della campagna vaccinale, in Italia e in Europa. Noi, Rimini, come ha detto il presidente Bonaccini, abbiamo già predisposto modelli organizzativi avanzati per vaccinare tutta la popolazione provinciale entro giugno.
Se ovviamente saranno disponibili i vaccini.