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Delfini maltrattati: confermata la condanna per il direttore, assolta la veterinaria

il sequestro dei delfini nel 2013

La Terza Sezione Penale della Corte d’Appello di Bologna, oggi ha solo in parte confermato la sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Rimini ad aprile 2019, che aveva condannato il direttore e la veterinaria del delfinario di Rimini, rispettivamente a 6 e 4 mesi di reclusione, perché ritenuti colpevoli di maltrattamenti di animali.

I giudici bolognesi, infatti, hanno confermato la condanna del direttore del Delfinario di Rimini, Massimo Muccini (assistito dall’avvocato Piero Ippoliti), per maltrattamento di animali, mantenendo la confisca dei delfini, affidati allo Stato come richiesto dalla Lav, senza derubricazione del reato in abbandono di animali. Assolta, invece, “per non aver commesso il fatto” la veterinaria Clara Bruscolini, difesa dai legali Massimo Cerbari e Alessandro Petrillo.

Salvi, almeno fino al prossimo grado di giudizio, i delfini: è stata infatti convalidata la richiesta della Lav (ammessa nuovamente come parte civile nel processo) e della Procura di Rimini di confisca degli animali, attualmente affidati ai Ministeri di Ambiente, Salute e Politiche Agricole. I delfini non potranno quindi essere messi in vendita.

Nel corso dell’udienza di appello è stata ribadita l’inadeguatezza della struttura, della dimensione delle vasche, la mancanza di un sistema di raffreddamento e di ombreggiatura, con conseguenti temperature elevate per i delfini, la bassa profondità della vasca (appena 5 metri, con l’impossibilità per i delfini di rifugiarsi in zone più fresche), il ricambio d’acqua nella vasca che richiedeva molte ore.

“La conferma sia pure parziale della sentenza e soprattutto della confisca degli animali da parte della Corte d’Appello, rappresenta un ulteriore capitolo positivo nella difesa dei diritti degli animali – dichiara Andrea Casini, Responsabile LAV per gli Animali Esotici -. Ci aspettiamo che la condanna per entrambi, come in primo grado, sia confermata anche in Cassazione e che gli animali coinvolti in questo incubo, siano definitivamente salvi”.