“[…] Non dobbiamo avere paura di fare un disegno troppo grande che perda di vista i territori perché avremo l’obbiettivo comune di essere incisivi e protagonisti lungo le direttrici dello sviluppo ma presidiando e affondando le radici nei nostri territori.[…]”
Forse sono state proprio queste parole – pronunciate lo scorso novembre dal Presidente nazionale Maurizio Gardini in occasione della nascita di Confcooperative Romagna – che hanno motivato la visita presso La Formica da parte dei dirigenti della neonata centrale romagnola, avvenuta lo scorso martedì 2 febbraio.
Un serio momento di confronto e condivisione d’idee, che i dirigenti e i responsabili di Confcoopertive Romagna hanno deciso di avere con le realtà dislocate sul territorio, per capire quali sono i soggetti che rappresentano e partire con il piede giusto nella – non banale – costruzione delle relazioni: base fondante del rapporto cooperativa.
Quella di Confcooperative Romagna è una rete d’imprese che rappresentano una delle unioni più importanti a livello regionale e nazionale. Vi sono associate infatti 640 cooperative che operano nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini e che a loro volta rappresentano 160 mila soci, 39 mila occupati, (di cui 20 mila donne) e un fatturato aggregato che sfiora i 7 miliardi di euro.
“Credo che la nascita di Confcooperative Romagna – precisa il presidente Mauro Neri – sia stata un’operazione importante, soprattutto in questo momento in cui la situazione è particolarmente critica sia a livello economico che a livello sociale. Abbiamo ritenuto opportuno far partire quanta nostra esperienza con il dialogo e il confronto. Questa mattina siamo andati ad incontrare di persona il Vescovo di Rimini portando la la nostra testimonianza, poi siamo venuti in questa importante cooperativa che è La Formica. Conosciamo bene l’energia del suo presidente. In questo momento particolare le cooperative sociali di tipo A e di tipo B hanno una particolare importanza , perché creano economia e danno contemporaneamente anche una risposta sociale. Dobbiamo inevitabilmente partire da questo connubio, perché sono i due elementi che servono adesso. In articolare quello sociale che in queste realtà prevale con i progetti d’inserimento lavorativo che pongono la persona al centro del progetto di lavoro.”
“Questa visita sui territori è utile a rendersi conto come stanno le cooperative aderenti a Confcooperative – sottolinea il presidente Pietro Borghini — e quali sono le loro istanze da portare anche al tavolo della confederazione, per aiutare a consolidare il lavoro e far crescere le nostre realtà. Il confronto con i dirigenti della neonata Confcoop Romagna è avvento prima sul descrivere quali sono le nostre attività principali, sottolineando la strutturata organizzativa sviluppata prevalentemente intorno al settore più importante nell’ambito dell’igiene ambientale. Poi abbiamo ragionato molto – e di questa loro apertura all’ascolto ne siamo davvero contenti – sulla grande problematica legata al contratto di lavoro delle cooperative sociali e come conciliare questo aspetto con l’intento di mantenere e sviluppare il settore prevalente dell’impresa, anche nei prossimi anni.”
Emiliano Violante