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L'asta e il sovrapprezzo

Commerciale in area immobile via Bassi. Il curatore alla Frisoni: 'non escludere a priori'

In foto: La struttura di via Bassi
La struttura di via Bassi
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
sab 6 feb 2021 16:46 ~ ultimo agg. 7 feb 11:23
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Il curatore fallimentare della Da.Ma Andrea Ferri interviene per replicare alle dichiarazioni dell’assessore Roberta Frisoni sull’asta per l’immobile di via Bassi mai diventato sede della Questura. L’oggetto del contendere è la possibilità di maggiorare il prezzo di 2.500.000 euro qualora entro 18 mesi dall’atto di trasferimento venga rilasciato il permesso di rilasciare un immobile a uso commerciale. Ipotesi non prevista dagli strumenti urbanistici attuali, aveva specificato ieri l’assessore Frisoni.

Oggi con un post su Facebook l’assessore Jamil Sadegholvaad ha sostenuto la posizione della collega di Giunta: “Non si tratta di semplici questioni procedurali o amministrative. Qui la questione è la visione di città che vogliamo nel futuro. Personalmente non accetterò mai l’idea che la riqualificazione di un luogo passi dal costruire un nuovo supermercato prima di verificare l’interesse pubblico e non accetterò neppure l’idea che siano esterni che, con forzature, pretendono di dettare la politica del territorio a un comune”.

Che si tratti di un’ipotesi, ne è consapevole lo stesso curatore. Il quale però, avendo registrato interesse anche da soggetti della grande distribuzione, non può escludere un’apertura in questo senso: “Il curatore non intende in alcun modo indurre o sollecitare il Comune ad assumere strumenti urbanistici specifici per la realizzazione di un Supermercato o di una qualsiasi altra attività, commerciale o residenziale, pur dovendo dare atto delle manifestazioni di interesse pervenute per la realizzazione di attività della grande distribuzione”. Il curatore ritiene che “il compito di tutte le parti istituzionali sia, in questa fase, quello di attrarre potenziali investitori e, certamente, non allontanarli escludendo a priori ipotesi urbanistiche”. Un aumento di cubature, spiega, potrebbe essere compensato anche con una parziale demolizione dell’immobile.

Le dichiarazioni del curatore Ferri:

Come già dichiarato, prima di assumere l’iniziativa di porre in vendita l’immobile, il sottoscritto curatore aveva svolto, in un clima di massima collaborazione, vari incontri e colloqui – nel corso di circa quattro anni – col Sindaco del Comune di Rimini e, segnatamente, con altri responsabili di spicco quali la dott.ssa Chiodarelli, il dott. Funelli, la dott.ssa Del Piaz, il dott. Uguccione, il dott. Bellini senza mai avere avuto il piacere di conoscere la dottoressa Frisoni.
Appurata l’impossibilità di addivenire ad una condivisone del progetto con il Comune di Rimini, nel rispetto della normativa, il Tribunale ha deciso di fissare l’asta redigendo il bando con l’ausilio di legali e notai di chiara esperienza ed in base alle prassi consolidate di tutti Tribunali italiani (non si comprende come tale tipo di percorso possa essere definito “avventuroso”). (riferimento a una dichiarazione dell’assessore riportata dal Carlino, ndr). 
Il curatore non intende in alcun modo indurre o sollecitare il Comune ad assumere strumenti urbanistici specifici per la realizzazione di un Supermercato o di una qualsiasi altra attività, commerciale o residenziale, pur dovendo dare atto delle manifestazioni di interesse pervenute per la realizzazione di attività della grande distribuzione.
Basta semplicemente leggere il bando pubblicato da alcuni giorni sul sito www.astegiudiziarie.it, per comprendere che l’immobile posto in vendita al prezzo di base d’asta di due milioni, è costituito da un Lotto unico ivi descritto, nello stato urbanistico in

cui si trova oggi (che, per intenderci, è quello che interessava ad INAIL), oltre ai terreni.
Il sovrapprezzo (c.d. earn out) di due milioni e mezzo di euro, sarà pagato dall’aggiudicatario solo se entro 18 mesi il Comune di Rimini, tramite i suoi organi Consiglio comunale e Giunta, avrà deliberato la realizzazione dell’area di 1.500 metri ad uso commerciale.
In tal senso è già stato manifestato al curatore l’interesse dei competitors della grande distribuzione ma non solo, trattandosi di una lottizzazione di circa 50.000 mq.
Il curatore, nell’interesse della massa dei creditori (tra i quali anche lo stesso Comune di Rimini), deve esplorare tutte le manifestazioni di interesse possibili al fine di liquidare, nel miglior modo possibile i beni costituenti l’attivo fallimentare non essendo una sua prerogativa procrastinarne la custodia per interessi differenti rispetto a quelli dei creditori.
Se tali interessi coincidono con quelli dell’intera collettività, saprà il Comune come attivarsi al fine di poter risolvere una questione spinosa, nata vent’anni or sono, da un’Amministrazione “avventurosa” che aveva deliberato la costruzione di un immobile ad uso pubblico da parte di un soggetto privato, in assenza delle necessarie autorizzazioni del Ministero degli Interni.
Mille possono essere i percorsi urbanistici percorribili per i quali i tempi di 18 mesi dall’aggiudicazione vengono ritenuti dai tecnici del fallimento più che sufficienti, per un’aerea degradata, ma limitrofa al centro ed al mare, con grandi potenzialità di sviluppo e di realizzazione di verde e aeree benefiche per la cittadinanza tutta.
Il compito di tutte le parti istituzionali ritengo sia, in questa fase, quello di attrarre potenziali investitori e, certamente, non allontanarli escludendo a priori ipotesi urbanistiche. I tempi sono sanciti dalle regole del diritto concorsuale e del codice di procedura civile in diciotto
mesi, a partire dal 25 Marzo 2021; periodo in cui i soggetti interessati attenderanno risposte possibilmente celeri pur nel rispetto degli organi deliberativi comunali.
Concludo con un pensiero per chi teme la cementizzazione dell’aerea spiegando, come illustrato dei tecnici del fallimento, che un aumento di cubatura può essere tranquillamente compensato con una parziale demolizione dell’immobile Questura, nel caso in cui INAIL ritenga di non presentarsi a questa asta oppure l’aggiudicatario ritenga di modificare i percorsi individuati tramite l’earn out.
La speranza credo, di tutti soggetti che interagiscono in questa vicenda, sia quella di risolvere un problema che attanaglia la città di Rimini da oltre vent’anni e che la politica non è riuscita a risolvere.