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Primarie si o no?

Candidature PD. Dopo l'incontro "allargato" con Calvano resta lo stallo

In foto: Sadegholvaad e Petitti
Sadegholvaad e Petitti
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 5 minuti
sab 20 feb 2021 12:54 ~ ultimo agg. 21 feb 07:45
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L’unica certezza pare essere che non c’è ancora nessuna certezza su come il Partito Democratico di Rimini possa arrivare ad uscire da uno stallo dove da una parte molti, a partire dai circoli, vogliono evitare le primarie ma dall’altra i due nomi in campo, Petitti e Sadegholvaad, continuano a portare avanti con decisione la propria candidatura. Ieri sera si è svolto il vertice tra il segretario regionale Pd, Paolo Calvano, i due candidati Emma Petitti e Jamil Sadegholvaad, e i segretari di Comune e Provincia: un incontro, poi “allargato” oltre il protocollo, che si è rivelato ancora interlocutorio.
Scrive oggi su Facebook l’assessore Sadegholvaad: “La vera sfida è quella di presentare alla città un programma di governo che sappia portare avanti l’eccellente lavoro svolto da Andrea Gnassi sapendo al contempo interpretare le esigenze che scaturiranno dagli effetti socioeconomici della pandemia”.
Scrive invece Emma Petitti: “Non possiamo far finta che la città non sia più contendibile e pensare che sia sufficiente aver ben amministrato per poter automaticamente vincere le elezioni, chiunque sia il candidato”. La Petitti invece difende lo strumento delle primarie e tra le righe esprime perplessità sul “carattere irrituale” della riunione di ieri sera, “con persone che hanno ritenuto di dover essere presenti a manifestare a varie titolo la propria posizione”.
Il segretario provinciale Filippo Sacchetti invece rinnova l’invito ad arrivare a una soluzione attraverso un percorso interno: “La grande richiesta di unità di questi giorni, arrivata dalla base del PD, dalla coalizione e dai cittadini, bisogna tradurla con la capacità interna di fare sintesi ed essere democratici”.
Il post del segretario provinciale Filippo Sacchetti: 
“Una discussione pacata e partecipata, in un gruppo dirigente responsabile che vuole decidere senza le primarie, in linea con quanto espresso al tavolo della coalizione.
C’è un campo democratico in cui il PD si è riconosciuto protagonista unito anche se con posizioni diverse.
Questo c’è. La discussione di ieri sera segna un passo avanti sulla volontà di tenere vivo un confronto.
La discussione non può svilupparsi esclusivamente intorno a un nome. Semmai intorno alla volontà di decidere insieme e farlo senza dividerci.
Abbiamo con fatica, tenuto un percorso di rilancio programmatico, e un percorso con la coalizione che per ora ha raggiunto il risultato positivo di ritrovarci uniti attorno ad un tavolo a discutere di identità, valori e visione per il futuro della città. Uniti nel merito e uniti nel metodo del ricercare il profilo giusto per il candidato sindaco, senza ricorrere alle primarie, confrontandoci con le parti in campo nel perimetro dei processi reali della città.
Tanti riconoscono l’importanza delle cose fatte, dei nuovi motori di sviluppo che sono ripartiti e come questi vadano messi in valore. Nuovi processi sociali e nuovi protagonisti che ci hanno investito, ci chiedono di non disperdere questo patrimonio. Adesso ci serve un passo in più. Serve costruire e preservare un campo democratico.
La grande richiesta di unità di questi giorni, arrivata dalla base del PD, dalla coalizione e dai cittadini, bisogna tradurla con la capacità interna di fare sintesi ed essere democratici. Proprio noi, i democratici, su questo abbiamo una responsabilità in più, perché siamo il partito di maggioranza.
Sembra banale quanto dico, ma sta tutto qui: essere disposti al confronto, fare una sintesi, decidere insieme, rispettarci cercando di fare la nostra parte verso il bene comune. Rimini oggi ha in mano tutte le carte per essere esempio di rinascita o deflagrazione, non in provincia, ma in Italia, della natura stessa del partito democratico.
Decidiamo insieme.
Solo così possiamo fare la scelta giusta”.
Il post di Jamil Sadegholvaad:
Ieri sera ho partecipato a un importante momento di confronto sulle prospettive del centrosinistra a Rimini per i prossimi anni. È stato un incontro bello e partecipato, dove era palpabile la volontà di lavorare insieme per portare avanti un percorso amministrativo di buon governo della città che (per limitarci agli ultimi decenni) ha visto in Chicchi, Ravaioli e Gnassi Sindaci che, con un lavoro di squadra, hanno lasciato un segno importante su Rimini.
La vera sfida è quella di presentare alla città un programma di governo che sappia portare avanti l’eccellente lavoro svolto da Andrea Gnassi sapendo al contempo interpretare le esigenze che scaturiranno dagli effetti socioeconomici della pandemia. Un percorso programmatico che ci dovrà vedere costantemente impegnati al dialogo e al confronto con la città.
Il Partito democratico riminese dovrà essere il perno di un campo largo di forze partitiche e civiche che sappiano rappresentare la complessità della nostra comunità riminese.
Ringrazio il segretario del Partito Democratico Emilia-Romagna Paolo Calvano, il segretario provinciale Filippo Sacchetti, il segretario comunale Alberto Vanni Lazzari, tutti i segretari dei circoli del comune di Rimini, i membri delle segreterie ed Emma Petitti per il confronto costruttivo.
Insieme si può!
Il post di Emma Petitti:
“Grazie al segretario del Pd di Rimini Alberto Vanni Lazzari per aver assunto l’iniziativa di comprendere se ci sono o si possono ritrovare la condizioni dell’unità dentro al Partito Democratico, forza elettoralmente centrale per la tenuta del campo del csx che va allargato nella sua composizione e articolazione di forze. Un tentativo riconosciuto dal segretario provinciale e regionale del Pd in una riunione che oltre ai 2 candidati e ai 3 Segretari ha assunto un carattere irrituale, con persone che hanno ritenuto di dover essere presenti a manifestare a varie titolo la propria posizione.
Capisco che le primarie possano essere vissute in un’ottica divisiva, ciò dipende dai toni e contenuti con le quali le parti in causa intenderanno caratterizzarsi. Spaventano gli effetti e gli strascichi chiunque le possa vincere affermando la propria posizione, inoltre vanno colte le preoccupazioni di molti iscritti ed elettori che anche io sto sentendo rispetto alle condizioni di partecipazione (online? In presenza? E in che modo? Ai tempi del Covid), considerando tra l’altro che non c’è certezza della data del voto. L’epilogo di questi 10 anni di buona amministrazione a guida Gnassi, che seguono in continuità storica dal dopoguerra ad oggi la buona amministrazione che ha sempre caratterizzato le amministrazioni del centrosinistra e che hanno fatto crescere economicamente, socialmente e culturalmente la nostra comunità nei decenni, non può proibirsi la necessità di interpretare questa nuova fase storica rappresentata dal next generation eu. Non possiamo far finta che la città non sia più contendibile e pensare che sia sufficiente aver ben amministrato per poter automaticamente vincere le elezioni, chiunque sia il candidato.
Io ritengo che ci sia bisogno di una lettura sottile ed intelligente che va fatta sulla Rimini profonda, sulla rappresentatività rispetto alla forze sociali, culturali, economiche e politiche, rispetto all’impegno che ogni lavoratore, ogni professionista e ogni operatore economico mettono ogni giorno rispetto alle incertezze che il futuro ci riserva.
Ecco, di fronte a tutto questo, pensare che la partita sul futuro di Rimini possa essere decisa ed esaurirsi negli organi di partito o a tavolino semplicemente dalla coalizione, senza che la Città nelle sue articolazioni ne sia coinvolta su una soluzione alta in grado di interpretare col coinvolgimento di tutti questa fase storica, oppure attraverso le primarie aperte a tutti, in cui tutti, nessuno escluso, possano esprimersi liberamente, sarebbe un errore.
Coinvolgiamo le forze migliori in grado di scrivere una nuova pagina per il futuro di rimini, serve il contributo di ogni cittadino. Perché non si esaurisce tutto con l’azione della politica e delle istituzioni, serve libertà nell’importante ruolo della società civile e nella azione della libera e trasparente iniziativa economica di impresa in un’ottica di vera sussidiarietà.
Aldilà degli schieramenti, il centrosinistra può parlare a tutti, a partire dai toni e dal linguaggio usato dal presidente Draghi in un clima di concordia istituzionale, parole forti che avevamo già sentito al meeting nel 2020 a rimini.
Per questo io sono in campo”.