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Temperatura conservazione

Vaccini Covid. Le differenze tra Pfizer e Moderna

In foto: repertorio
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di Andrea Polazzi   
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ven 8 gen 2021 13:05
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Dopo il via libera dell’Ema, anche l’Agenzia del farmaco ha dato l’ok al vaccino Moderna. Nella riunione del 7 gennaio la Commissione Tecnico Scientifica ha dato parere positivo al dossier, sottolineando il rapporto rischio/beneficio del vaccino particolarmente favorevole nella popolazione a maggiore rischio, e ha stabilito il regime di fornitura per l’immissione in commercio. Si tratta del secondo vaccino COVID-19 a cui l’Agenzia ha dato il via libera, dopo quello Comirnaty, sviluppato da BioNTech e Pfizer e autorizzato il 22 dicembre. Tra i due prodotti, appurato un grado di sicurezza ed efficacia praticamente sovrapponibile, ci sono però alcune differenze. Il vaccino Moderna infatti è indicato a partire dai 18 anni di età, anziché dai 16 anni inoltre prevede due somministrazioni a distanza di 28 giorni, invece che di almeno 21 giorni, e l’immunità si considera pienamente acquisita a partire da 2 settimane dopo la seconda somministrazione, anziché una. Altro aspetto importante, la temperatura di conservazione: quella di Moderna deve essere tra i -15° e -25°, ma è stabile tra +2° e +8° per 30 giorni se in confezione integra. Infine il flaconcino multidose contiene 6,3 ml e non richiede diluizione, è quindi già pronto all’uso.

Il vaccino Pfizer invece deve essere conservato in congelatore a una temperatura compresa tra ‑90° e ‑60° e una volta estratto dal congelatore, può essere conservato prima dell’uso fino a 5 giorni a una temperatura compresa tra 2 e 8°, e fino a 2 ore a una temperatura non superiore a 30°.