Che destino per il Maximum?
Il futuro del camping di Miramare. Affezionato riscrive al sindaco
In foto: l'ingresso del camping (Newsrimini.it)
di Redazione
lettura: 2 minuti
dom 17 gen 2021 14:05
Non è la prima volta che scrive al sindaco di Rimini ma con tenacia torna sul futuro del camping di Miramare, sul quale, dopo la chiusura, sono state fatte diverse ipotesi. Il lettore, da campeggiatore storico, per 40 anni ha passato le sue vacanze nella struttura e chiede all’amministrazione di intervenire, a sostegno dell’economia di quella zona della città che dipende anche da quel campeggio. Il lettore ha saputo che neanche quest’anno riaprirà.
La lettera firmata
“Con una certa tenacia, i tanti turisti affezionati a Miramare (siano essi stagionali o non) e penso anche gli esercenti locali, si domandano quali saranno le sorti del camping Maximum.
In merito alla passata stagione, purtroppo, non ho avuto alcun riscontro dall’amministrazione e posso capire che le tante difficoltà legate alla pandemia abbiano ulteriormente complicato una situazione difficile. Torno a lei, pur sapendo che il camping sia una questione di carattere privato, perchè, sapendo che anche quest’anno il campeggio non riaprirà, mi sembra incredibile che la sua amministrazione si disinteressi sostanzialmente alla metà della propria offerta turistica per gli appassionati di camping.
In questi anni, in molti abbiamo seguito le vicissitudini legate alle sorti di quella zona che lo scorso anno, ovviemente non solo a causa della mancanza del camping, hanno visto ridursi l’afflusso di turirsti.
Ne abbiamo sentite di tutti i colori: dal camping extralusso all’abbandono totale.
Da amico di Rimini di vecchia data, mi permetto di dirle che quella zona, cresciuta insieme al camping, è naturalmente strutturata per quel tipo di attività ricettiva e la mancanza ne scombina l’ecosistema che si era venuto a creare.
I tanti utenti (ricordo che poco prima che chiudesse, il vecchio gestore parlava di 40.000 presenze all’anno, ma ho memoria di anni davvero eccezionali e continuo a credere che per quel settore ci siano ampi margini di miglioramento) che potrebbero usufruire di quel campeggio, rappresentano una ineguagliabile fonte di sostentamento (con caratteristiche differenti rispetto a quelle offerte da altri tipi di strutture ricettive) per bar, ristoranti, stabilimenti balneari, take away di ogni tipo.
Le tante famiglie con le quali sono in contatto, da sempre si sarebbero aspettate una riapertura senza tanti fronzoli; un’area più sicura, con impianti adeguati, ma senza particolari aggiunte extralusso... Il bello di Miramare è nelle persone, nell’accoglienza, nell’ospitalità, nella semplicità. Non avremmo cercato altro.
Caro sindaco, sappia che chi ha deciso di rimanere a Rimini, lo ha fatto dovendo rinunciare a tutte le proprie abitudini, senza poter contare su una alternativa (e gli stagionali spendendo quasi il doppio di quanto speso solo tre anni prima, cosa che onestamente trovo incredibile dato il periodo). Di questo passo, molti saranno costretti a rinunciare alle vacanze a Rimini a vantaggio di altre zone più sensibili alle esigenze dei campeggiatori.
In merito alla passata stagione, purtroppo, non ho avuto alcun riscontro dall’amministrazione e posso capire che le tante difficoltà legate alla pandemia abbiano ulteriormente complicato una situazione difficile. Torno a lei, pur sapendo che il camping sia una questione di carattere privato, perchè, sapendo che anche quest’anno il campeggio non riaprirà, mi sembra incredibile che la sua amministrazione si disinteressi sostanzialmente alla metà della propria offerta turistica per gli appassionati di camping.
In questi anni, in molti abbiamo seguito le vicissitudini legate alle sorti di quella zona che lo scorso anno, ovviemente non solo a causa della mancanza del camping, hanno visto ridursi l’afflusso di turirsti.
Ne abbiamo sentite di tutti i colori: dal camping extralusso all’abbandono totale.
Da amico di Rimini di vecchia data, mi permetto di dirle che quella zona, cresciuta insieme al camping, è naturalmente strutturata per quel tipo di attività ricettiva e la mancanza ne scombina l’ecosistema che si era venuto a creare.
I tanti utenti (ricordo che poco prima che chiudesse, il vecchio gestore parlava di 40.000 presenze all’anno, ma ho memoria di anni davvero eccezionali e continuo a credere che per quel settore ci siano ampi margini di miglioramento) che potrebbero usufruire di quel campeggio, rappresentano una ineguagliabile fonte di sostentamento (con caratteristiche differenti rispetto a quelle offerte da altri tipi di strutture ricettive) per bar, ristoranti, stabilimenti balneari, take away di ogni tipo.
Le tante famiglie con le quali sono in contatto, da sempre si sarebbero aspettate una riapertura senza tanti fronzoli; un’area più sicura, con impianti adeguati, ma senza particolari aggiunte extralusso... Il bello di Miramare è nelle persone, nell’accoglienza, nell’ospitalità, nella semplicità. Non avremmo cercato altro.
Caro sindaco, sappia che chi ha deciso di rimanere a Rimini, lo ha fatto dovendo rinunciare a tutte le proprie abitudini, senza poter contare su una alternativa (e gli stagionali spendendo quasi il doppio di quanto speso solo tre anni prima, cosa che onestamente trovo incredibile dato il periodo). Di questo passo, molti saranno costretti a rinunciare alle vacanze a Rimini a vantaggio di altre zone più sensibili alle esigenze dei campeggiatori.
Quest’anno, come lo scorso, continuerò a campeggiare a Rimini, nell’unica struttura rimasta.
A onore del vero, ci tengo a dire che la professionalità e l’ospitalità degli esercenti della “Rimini nord” non è stata affatto al di sotto delle aspettative, ma chi, come noi, ha alle spalle 40 anni di ricordi a Miramare, in qualche modo si è sentito privato di un pezzo della propria vacanza. Le confesso in pratica di aver fatto una vacanza da pendolare andando avanti e indietro per gli 11 chilometri che ci separavano da Miramare.
Continuo a essere fiducioso in una riaperture del Maximim (ora Rimini Village) e sono sicuro delle capacità dei gestori, conto però nel prezioso intervento dell’amministrazione a vantaggio dalla propria città.
A onore del vero, ci tengo a dire che la professionalità e l’ospitalità degli esercenti della “Rimini nord” non è stata affatto al di sotto delle aspettative, ma chi, come noi, ha alle spalle 40 anni di ricordi a Miramare, in qualche modo si è sentito privato di un pezzo della propria vacanza. Le confesso in pratica di aver fatto una vacanza da pendolare andando avanti e indietro per gli 11 chilometri che ci separavano da Miramare.
Continuo a essere fiducioso in una riaperture del Maximim (ora Rimini Village) e sono sicuro delle capacità dei gestori, conto però nel prezioso intervento dell’amministrazione a vantaggio dalla propria città.
Resto come sempre in attesa di un suo riscontro.
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