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Fine isolamento. Dal 13 dicembre in Valconca il tampone lo fanno i medici di famiglia

L’accordo a livello nazionale con i medici di famiglia è ormai datato qualche settimana ma è stato necessario del tempo per renderlo operativo sui territori. Ora però, almeno in Valconca, c’è una data di partenza. A partire dal 13 dicembre i tamponi rapidi per sancire l’uscita dall’isolamento e la fine della malattia covid li eseguiranno i medici di famiglia. Lo ha annunciato il sindaco di Morciano Giorgio Ciotti ai microfoni di Tempo Reale (Icaro).

Inizialmente saranno sette i medici impegnati che, a regime diventeranno 15. I tamponi saranno eseguiti col sistema del drive trough nel parcheggio coperto del padiglione fieristico di Morciano. Si tratta di tamponi rapidi che daranno esito in circa 15 minuti. Insieme ai medici sarà operativa anche la protezione civile. L’obiettivo è ridurre il peso sul laboratorio di Pievesestina che si occupa di processare tutti i tamponi della Romagna (oggi aiutato anche da un paio di laboratori privati). Nelle ultime settimane la mole di lavoro del centro è passata da una media giornaliera 2/3mila tamponi ad oltre 6mila. L’ausilio dei medici di famiglia per i test di “uscita” dovrebbe consentire a Pievesestina di concentrarsi prevalentemente sulle nuove diagnosi.

Il resoconto dell’incontro del Distretto Riccione col direttore dell’Ausl Tiziano Carradori

Potenziamento del presidio ospedaliero di Riccione Cattolica, a livello strutturale e di personale, a partire dai ruoli di vertice, ma grande attenzione alla sanità del territorio che, come anche l’esperienza del covid 19 sta insegnando, rappresenta il punto nodale della sanità del futuro. E collaborazione da parte degli Enti locali nella distribuzione del nuovo vaccino per il covid, non appena sarà disponibile.

Punto sul covid. Sono oltre 6.000 i tamponi al giorno effettuati individuando i positivi in una fase sempre più precoce, anche quando sono asintomatici e prima che possano diffondere contagio e sviluppino sintomi gravi; questo grazie anche al potenziamento del personale della sanità pubblica. Gli ospedali sono in sofferenza ma i tassi di ospedalizzazione sui positivi in Romagna sono più bassi rispetto alla media regionale e soprattutto nazionale. Fondamentale l’opera della Usca che contano 103 operatori (in Romagna).

Partendo di qui il direttore generale ha precisato che l’ospedale è sempre stato punto di riferimento e lo continuerà ad essere per il territorio di riferimento distrettuale: un presidio insostituibile e la pandemia lo ha ulteriormente evidenziato. Ad integrazione di ciò si deve associare la necessità di un approccio complessivo al paziente che inizi prima e termini dopo il ricovero ospedaliero.  Una attenzione particolare va quindi rivolta alla medicina del territorio in particolare per la programmazione e rafforzando il ruolo del direttore del distretto. Varie le novità allo studio in questo senso, tra cui la figura dell’infermiere di comunità e l’implementazione del ruolo delle Case della salute.

Nello specifico della realtà del distretto di Riccione, è stato rammentato che il Presidio Ospedaliero ha due stabilimenti ospedalieri, Riccione e Cattolica, con Pronto soccorso e Medicina d’urgenza, Chirurgia generale, Ortopedia e traumatologia e Terapia intensiva e Rdiologia Tutte, ha rimarcato il direttore generale, avranno un loro primario stabile e saranno avviati in concorsi per coprire entro il primo trimestre 2021 quelle ancora sorrette da facenti funzione: Pronto soccorso, Radiologia, Medicina e Chirurgia (in chiave romagnola Carradori ha ricordato che sono 55 le strutture complesse attualmente senza guida stabile per 22 delle quali il concorso da primario è già stato autorizzato). Anche perché, ha ribadito Carradori, il risparmio di un facente funzioni rispetto ad un primario stabile è minimo. Sul tema Cardiologia il direttore ha precisato che oltre ai posti letto è fatta anche di diagnostica strumentale, specialistica ambulatoriale e supporto alla medicina territoriale.

Investimenti. Gli ospedali di Riccione e Cattolica saranno sottoposti ad una robusta opera di qualificazione strutturale e proseguirà l’opera di sviluppo, anche strutturale, della medicina del territorio ad esempio coi progetti delle Case della salute di Riccione e Cattolica. Mentre la tac di Riccione, che necessità di un intervento di riparazione, sarà al momento sostituita da una unità mobile e qualora non si riuscisse a ripristinarla rientrerà nel piano investimenti per sostituirla. Più in generale, i fondi europei “Next Generation” saranno utilizzati per investimenti strutturali, tecnologie e sanità digitale.

Personale. Per l’emergenza covid sono state assunte 1.200 persone in più e sono state esaurite tutte le graduatorie. Il problema della scarsità dei medici è ormai nota, tanto che vi è da parte della Direzione la proposta di assumere i medici non ancora specializzati affinchè si specializzino “in servizio”, ma per questo occorre che vi sia un pronunciamento ministeriale. Il problema riguarda anche i medici di famiglia: le zone carenti sono attualmente coperte da sostituti, ma si stanno anche pensando misure innovative, come l’attivazione di medici assunti dall’Azienda come “presidio territoriale”, non in sostituzione ma in integrazione ai medici di famiglia.

Vaccini covid. Rispondendo ad un sindaco il direttore ha detto che dovrebbe arrivare un numero ingente di dosi che presuppone un lavoro logistico molto importante. La priorità di vaccinazione è stata accordata al personale sanitario ma in vista della diffusione sulla popolazione generale, o su categorie di popolazione (ad esempio anziani) sarà importante mettere a sistema tutte le forze in campo, e in quest’ottica i Comuni si sono offerti di mettere a disposizione loro strutture e supporto logistico per la somministrazione.