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Fondazione Gimbe

Calano i positivi ma anche i test in regione. Reparti covid ancora sopra il 50%

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 10 dic 2020 13:42
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Nella settimana tra il 2 e l’8 dicembre in Emilia Romagna i nuovi casi covid sono aumentati del 10,2% ma i casi testati sono in calo, 882 ogni 100mila abitanti. Sale quindi al 32,4% il rapporto tra positivi e test (in Italia è al 24,8%). E’ quanto emerge nel monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe. Resta alta la percentuale di posti letto occupati in area medica da pazienti covid, ben il 50%, cala invece al 31% quella della terapia intensiva.

I numeri della settimana a livello nazionale:

• Decessi: 4.879 (-3,5%)
• Terapia intensiva: -318 (-8,7%)
• Ricoverati con sintomi: -2.730 (-8,3%)
• Nuovi casi: 136.493 (-17,7%)
• Casi attualmente positivi: -42.420 (-5,4%)
• Casi testati -121.726 (-18,1%)
• Tamponi totali: -142.105 (-10,1%)

Il monitoraggio della Fondazione evidenzia il rallentamento del contagio a livello nazionale ma anche una riduzione dei tamponi (-121mila casi testati). “Da questi numeri – spiega il presidente Nino Cartabellottaemergono tre ragionevoli certezze: innanzitutto che le misure introdotte hanno frenato il contagio; in secondo luogo che l’effetto delle misure sull’incremento dei nuovi casi è sovrastimato da una consistente riduzione dell’attività di testing; infine che, a invarianza di misure restrittive, la discesa della curva sarà molto lenta, certo non paragonabile a quella della prima ondata”.
Siamo in una fase estremamente delicata dell’epidemia – ribadisce Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – per almeno tre ragioni: innanzitutto con oltre 700 mila attualmente positivi è impossibile riprendere il tracciamento dei contatti; in secondo luogo, ci attendono lunghi mesi invernali che favoriscono la diffusione di tutti i virus respiratori; infine, sino a metà gennaio non sapremo se l’impatto dell’influenza sarà, come auspicato, più contenuto rispetto alle stagioni precedenti. In tal senso, arrivare a quel momento con gli ospedali saturi potrebbe avere conseguenze disastrose per la salute e la vita delle persone“.
Altri due elementi – conclude Cartabellotta – completano la tempesta perfetta che rischia di innescare la terza ondata. Alla vigilia delle festività natalizie, tutte le Regioni si avviano a diventare gialle, un colore che non deve essere letto come un via libera, ma impone il rispetto di regole severe per impedire assembramenti e ridurre al minimo i contatti sociali tra persone non conviventi. Infine, l’auspicato e (speriamo) imminente arrivo del vaccino non deve costituire un alibi per abbassare la guardia: nella più ottimistica delle previsioni, infatti, un’adeguata protezione a livello di popolazione potrà essere raggiunta solo nell’autunno 2021 con una massiccia adesione delle persone alla campagna di vaccinazione”.