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Sadegholvaad: il corto circuito della "cabina di comando" è inaccettabile

In foto: l'assessore Sadegholvaad
l'assessore Sadegholvaad
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
sab 14 nov 2020 13:11 ~ ultimo agg. 15 nov 11:40
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Con un post su Facebook, l’assessore alle Attività Economiche del Comune di Rimini Jamil Sadegholvaad commenta il caos di disposizioni degli ultimi giorni, con l’ordinanza del Ministro della Salute che da domenica va a sovrapporsi a quella firmata due giorni fa dal presidente della Regione, in vigore da oggi.

“Non voglio fare il giudice, non sono nessuno per potermelo permettere. Non vorrei trovarmi nei panni di chi da mesi, al Governo o nelle Regioni, cerca di contrastare un nemico invisibile.
Non posso però non sottolineare come quanto accaduto nelle ultime 48 ore a livello istituzionale, con le ordinanze delle 3 regioni vidimate dal Governo, e poi superate poche ore dopo dallo stesso Governo con il livello arancione, creino una confusione non necessaria, di cui i Comuni loro malgrado devono poi gestire le conseguenze.
Non vorrei dirlo ma il corto circuito istituzionale che ne è venuto fuori non è comprensibile né accettabile.
E non è solo una questione di bar e ristoranti, sballottati in 24 ore da uno scenario all’altro, e magari alle prese (perché accade anche questo) con ordini di merce deperibile che avevano magari fatto venerdì nella prospettiva dell’apertura fino alle ore 18. No, questo è un dettaglio di un problema più serio.
Se le istituzioni emanano contraddizioni, si mette a rischio quella ‘catena di comando’ che è il fondamento di qualunque battaglia.
Con cittadini sempre più stanchi, imprenditori al collasso, solo la linearità dei provvedimenti può rappresentare il timone cui aggrapparsi.
Abbiamo tutti nel cuore e negli occhi le immagini di ospedali al limite e numeri crescenti di decessi.
Stiamo tutti combattendo, nessuno escluso, la battaglia della nostra generazione, quella contro il Covid 19. Senza se e senza ma. È così è da marzo 2020.
Non accetto la narrazione di un’Italia indisciplinata, refrattaria alle regole. Gli italiani in questi lunghi mesi hanno dato prova di un grandissimo senso di responsabilità, molto più di nazioni che spesso sono abituate a guardarci dall’alto al basso.
Basta guardare all’Europa, al Mondo, per vedere che non esiste una ricetta vincente. Si sta cercando di resistere con soluzioni diverse in attesa della scienza sotto forma di vaccini e cure.
La situazione sanitaria è critica, ed è quella a cui continuiamo a guardare, responsabilmente.
Ma non possiamo, nell’affrontare questa crisi in tutti i suoi aspetti, considerare un aspetto secondario che è la tenuta psicologica del Paese insieme all’economia.
Tutti siamo in trincea, ma la solidarietà deve essere assoluta. Il rimescolamento di carte nell’arco di poche ore fa è un errore, sicuramente fatto in buona fede sulla base di dati emergenziali che accogliamo appunto senza se e senza ma, però un errore resta.
Non è il tempo della protesta ma quello solo di avere nel cuore e negli occhi le immagini degli ospedali al collasso e delle tragedie dei tanti morti.
Con queste immagini negli occhi anche oggi, da amministratori, da cittadini, usciremo per Rimini con la mascherina, rispettando le prescrizioni e chiedendo di farle rispettare.
Ma quello che è accaduto in questi giorni rappresenta un problema che si riversa anche sulla credibilità delle istituzioni a ogni livello. Non ne avevamo bisogno.
Come amministratori comunali continuiremo a fare il nostro dovere. Mettendoci la faccia.
Sono giorni duri, ma come abbiamo fatto nei mesi scorsi non c’è altra strada che superarli.
E li supereremo.