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Un report che preoccupa

Lavoro: si impennano disoccupazione giovanile e cassa integrazione

di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 9 nov 2020 14:12 ~ ultimo agg. 14:23
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Gli effetti della pandemia si abbattono sul mondo del lavoro e la provincia di Rimini paga un conto ancora più salato rispetto ad altri territori, anche vicini. E’ quanto emerge nel report sul trimestre aprile giugno del 2020 elaborato dalla Camera di Commercio della Romagna. Tutti i principali indicatori segnano importanti cali. Il tasso di attività si assesta al 71,9% contro 73,6% del 2° trimestre 2019, quello di occupazione scende al 64,8% dal 67,6%. La disoccupazione totale si attesta al 9,6%, quasi due punti percentuali in più in 12 mesi, mentre quella giovanile (15-24 anni) schizza al 34,3% (dal 21,5). Si tratta di numeri peggiori di quelli medi regionali e, per quanto riguarda il tasso di disoccupazione, più alto anche del dato nazionale. Diminuiscono gli occupati, aumentano i disoccupati e crescono anche gli inattivi, cioè coloro che non cercano più attivamente un lavoro. Esplodono i dati della cassa integrazione, altro effetto della pandemia: nel periodo gennaio settembre le ore autorizzate aumentano del 1.339,2% rispetto allo stesso periodo del 2019, per un totale di 14,2 milioni di ore: il 62,5% di CIG ordinaria, il 35,1% in deroga e il 2,4% di CIG straordinaria. Le maggiori sofferenze toccano il manifatturiero (dove si concentra quasi la metà delle ore di cassa), poi il commercio (20%) e le costruzioni (quasi il 9). L’incremento provinciale risulta comunque inferiore a quello dell’Emilia-Romagna. Per quanto riguarda infine i rapporti di lavoro dipendente, il saldo tra attivazioni e cessazioni nel periodo marzo-giugno segna un calo di quasi 8mila unità. Parzialmente recuperato a luglio quando, complice la ripresa delle attività legate al commercio e al turismo, se ne sono registrati 3.675 in più rispetto allo stesso mese 2019.
L’impatto del Coronavirus sul mondo del lavoro è stato pesante: secondo Eurostat l’Italia è il terzo Paese più colpito in Europa. Anche sui nostri territori, purtroppo, gli effetti della pandemia sono rilevanti, in termini di perdita di posti di lavoro, di riduzioni di orario e, di conseguenza, di perdita e riduzione di reddito, anche connessi all’esplosione del ricorso alla cassa integrazione – commenta Alberto Zambianchi, presidente della Camera di commercio della Romagna. Va sottolineato, inoltre che questi effetti negativi colpiscono in modo diverso i settori economici (in particolare il terziario), in modo diverso per genere (in particolare le donne) e in modo diverso in base all’età (in particolare i giovani). La crisi rischia, perciò, di ampliare la fascia di vulnerabilità e di causare un forte arretramento nelle diverse componenti dello e della coesione sociale, a partire da quelle che già nella situazione pre crisi avevano minori opportunità. È importante, quindi, lavorare per un grande piano di rilancio dell’occupazione, con misure di esonero contributivo, valorizzazione reale dello smart working, ridefinizione degli ammortizzatori sociali, formazione professionale e gestione strategica delle crisi di azienda. Ma bisogna anche attivarsi per migliorare l’adattabilità e il bagaglio di competenze e l’aggiornamento professionale di ciascun lavoratore. Secondo il dossier 2020 di Unioncamere-Anpal, nei prossimi sei mesi il 75% delle aziende italiane avvierà azioni di reskilling del personale, cioè di acquisizione di nuove abilità. Azioni che, insieme a quelle di upskilling, cioè di miglioramento delle competenze, sono cruciali per la ripartenza. In sostanza, i processi di ristrutturazione delle imprese, finora bloccati dal Governo, avranno ripercussioni sull’occupazione, perciò, è necessario sostenere le imprese e la loro capacità di presidiare e creare occupazione a partire dalle professionalità innovative e a maggior valore aggiunto. E, quindi, massimo impegno per tutelare le persone migliorando la loro occupabilità (riqualificazione professionale). Soprattutto, va riservata, un’attenzione particolare per ai giovani, già sfavoriti nel mercato del lavoro pre crisi e ora ancor più in difficoltà”.