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Palloncini bianchi in cielo

"La notte splenderà". La comunità di Verucchio saluta Lorenzo

In foto: i palloncini volano in cielo al termine della cerimonia - dal fb ASD Verucchio
i palloncini volano in cielo al termine della cerimonia - dal fb ASD Verucchio
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
lun 2 nov 2020 18:04 ~ ultimo agg. 3 nov 16:00
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Oggi pomeriggio allo stadio di Villa Verucchio è stato celebrato il funerale di Lorenzo Vilardi, il bambino di 9 anni morto a seguito di un malore durante un allenamento individuale con la sua società di calcio, l’ASD Verucchio. C’erano i suoi compagni di classe, che hanno realizzato una corona di alloro con le iniziali dei loro nomi, e i suoi compagni di calcio. A fianco della bara c’erano fiori bianchi e palloncini bianchi.

A celebrare il funerale è stato il vescovo di Rimini, monsignor Francesco Lambiasi, che per la sua omelia si è ispirato alla canzone preferita da Lorenzo, “La notte splenderà”, sigla di un cartone animato: “Lanciaci un assist tutti i giorni, fino a quando non verremo anche noi lassù, quando anche per noi la notte splenderà”. Al termine sono intervenuti due allenatori e il presidente dell’ASD Verucchio: mentre parlavano, il padre ha indossato sulle spalle la maglia da calcio di Lorenzo. Poi il ringraziamento dei genitori. La madre ha letto una lunga lettera in cui si è chiesta come colmare un vuoto così grande. Si colma con l’amore: in famiglia, in classe, nello sport, nella comunità, ha spiegato.

Alla fine, mentre risuonava “La notte splenderà”, i palloncini sono stati liberati in cielo e i compagni di squadra hanno calciato in alto i palloni, per giocare ancora una volta con il loro amico Lorenzo.

I genitori hanno chiesto per il funerali di raccogliere fondi per il progetto di un parco giochi in città. Oggi Verucchio ha osservato il lutto cittadino, con le bandiere a mezz’asta.


L’omelia del vescovo Francesco Lambiasi:

In memoria di Lorenzo
Carissima mamma Valentina, carissimi papà Luigi e fratellino GianMarco, carissimi compagni di classe, di calcio e di catechismo di Lorenzo, carissimi familiari, parenti e amici, carissime Sorelle e Fratelli tutti, tutti e ciascuno.

Permettetemi di parlarvi di Lorenzo. Credetemi: vorrei farlo appena sottovoce, perché le mie parole possano arrivarvi più sentite, più intime e dirette al vostro buon cuore. Ma prima ancora vorrei ringraziarvi per il vostro ascolto e per la vostra delicata comprensione.

La notte splenderà. La morte di Lorenzo avvenuta improvvisamente l’altro ieri qui vicino a questo campo di calcio ci ha fortemente scosso e commosso tutti. E’ calata la notte nel nostro cuore. Abbiamo sentito avvicinarsi il rumore assordante di un implacabile uragano. Ma ora che ci troviamo qui uniti e riuniti come una grande famiglia e sentiamo pulsare i nostri cuori come un cuore solo, vorrei dire a me e a tutti e ciascuno di voi di lasciare a Lorenzo il diritto della prima parola. La prendo da quanto ha confidato la mamma Valentina al parroco don PierPaolo. Ha raccontato che la sua canzone preferita era: LA NOTTE SPLENDERÀ.

La notte splenderà. Sì, oggi Lorenzo ci dice che la sua e nostra notte splenderà. Anzi l’alba, un’alba senza tramonto, è già sorta, grazie alla luce sfolgorante della parola di Gesù, che ci ha detto poco fa nel vangelo: “Questa è la volontà del Padre mio che mi ha mandato. Che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell’ultimo giorno (Gv 6,39). Ecco la famosa e spesso incompresa espressione “volontà di Dio”. Per Lorenzo come per tutti noi senza eccezione a volere la morte non è stato Dio. Ma Dio ha voluto che la fine della sua vita fosse l’inizio di una vita senza più fine. Insomma per Lorenzo a finire è stato solo il ‘primo tempo’. Un tempo breve, molto breve, certo. Ma Dio ha voluto che per lui cominciasse subito il secondo tempo, quello che non finirà mai più.

La notte splenderà. Gesù non ha mai promesso che i suoi amici non sarebbero morti. Per Gesù – e ora è proprio Lorenzo a ricordarcelo – il bene più grande non è una vita lunga, un interminabile sopravvivere. Lorenzo ci insegna ad avere più paura di una vita sprecata e sbagliata che di una vita bella, anche se accorciata dalla morte. Lorenzo ci ricorda dobbiamo aver paura più di una vita incolore, inodore, insapore che di una vita breve ma piena di bene, esuberante di luce e di gioia.

La notte splenderà. E noi tutti formeremo una grande comunità. Come questa di oggi, perché oggi viviamo un dolore grande con un più grande, incontenibile amore fraterno. Però un giorno formeremo una grande famiglia, ma con la felicità di una fraternità, senza più né lutto, né dolore, né pianto.

Caro Lorenzo, dai. Lanciaci un assist tutti i giorni, fino a quando non verremo anche noi lassù, quando anche per noi la notte splenderà. E non ci sarà più nessun black-out per tutta l’umanità…


Il messaggio del sindaco Stefania Sabba che ha accompagnato il lutto cittadino: “L’amministrazione comunale partecipa commossa al dolore della comunità e si stringe intorno alla famiglia. Non ci sono parole per consolare i genitori e i parenti per questa grave perdita. Il nostro abbraccio va anche alla società sportiva alla quale il piccolo era iscritto e ai suoi compagni di squadra. Tutti noi abbiamo perso un amico, un figlio, un pezzo di cuore. Il cielo ha guadagnato un nuovo angelo. Riposa in pace piccolo!”