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Direttrice della Sanità Pubblica

Contact tracing e tamponi. Intervista alla dottoressa Angelini dell'Ausl Romagna

di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 19 nov 2020 14:22 ~ ultimo agg. 20 nov 14:18
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Il gran numero di tamponi eseguiti ha creato nelle ultime settimane rallentamenti nel laboratorio di Pievesestina, ma il supporto di alcuni laboratori privati e l’utilizzo per gli screening dei tamponi antigenici dovrebbero sbloccare la situazione. Lo spiega a Tempo Reale la dottoressa Raffaella Angelini, direttrice della sanità pubblica dell’Ausl Romagna.

Nelle ultime settimane la precedenza è stata data alle nuove diagnosi, ora però dovrebbero iniziare a crescere sensibilmente anche le guarigioni. “Abbiamo anche effettuato un adeguamento del sistema gestionale informatico – spiega la dottoressa – che rende più veloce la ricerca dei casi sospesi e la programmazione delle liberazioni. Nelle prossime settimane si vedrà un netto miglioramento“.

Oltre ai tamponi, gli operatori sono chiamati anche al fondamentale lavoro di contact tracing: per ogni caso positivo ci sono almeno 8/10 contatti diretti solo nelle 48 ore precedenti la manifestazione dei sintomi. “Su questo aspetto non molliamo” dice la Angelini, “più difficile invece in questa fase riuscire a risalire ai 14 giorni precedenti per scoprire la fonte di contagio”. Si tratta di un lavoro comunque stressante e complesso. “Chiedo ai miei operatori – aggiunge la direttrice – di ricordare sempre che dall’altra parte del telefono c’è una persona che probabilmente è preoccupata e spaventata. Non è semplice per noi perché abbiamo davanti migliaia di persone ogni giorno (il servizio è operativo tutti i giorni dalle 8 alle 20, ndr) e siamo stressati. Senza contare il fatto che le persone che chiamiamo non sono proprio di buon umore…“.

Il grande sforzo messo in campo, insieme alle misure prese dal Governo e dalla Regione, stanno però iniziando a dare risultati anche in Romagna. “Vediamo una pendenza meno ripida della curva dei contagi – conferma la Angelini – che cresce meno rapidamente e potrebbe essere il preludio all’appiattimento e poi al calo. Questo è l’effetto dei primo Dpcm. Ora attendiamo l’impatto dei nuovi provvedimenti del Governo e della Regione.” Resta fondamentale però non abbassare la guardia: “è chiaro – conclude la dottoressa – che un Dpcm non potrà mai obbligarci a tenere certi comportamenti anche dentro le nostre abitazioni, le persone però devono capire che le misure vanno rispettate per proteggere se stessi e gli altri.