newsrimini.it

Il S. Ermete corsaro al “Nanni” di Bellaria. Intervista all’autore del gol partita, Fuchi

Nella prima gara in stagione il S. Ermete ha espugnato il “Nanni” di Bellaria grazie alla marcatura arrivata al minuto 70 per opera di Leonardo Fuchi. Il classe 1999, cresciuto nelle giovanili del Santarcangelo, ha dato un dispiacere al suo ex tecnico Luca Fusi, che ebbe modo di allenarlo quando entrambi rappresentavo il club gialloblu.

Ci ride sopra Fuchi: “bei ricordi!”. L’attaccante a 48 ore di distanza dal match, contattato telefonicamente, non nasconde la propria gioia: “Abbiamo giocato in uno degli impianti più importanti della zona con una grande squadra. La vittoria vale doppio in quanto arrivata su un terreno reso pesantissimo dalla pioggia sul quale era davvero difficile tenere l’equilibrio e riuscire a giocare il pallone a terra. Nella ripresa fortunatamente sono riuscito a trovare l’acuto vincente grazie alla collaborazione dei miei compagni”.

Proprio su quest’ultima affermazione Fuchi ci tiene a sottolineare l’importanza del gruppo: “Quest’anno la società merita un grande plauso. Lo scorso anno molti di noi non sono riusciti ad esprimersi ai livelli sperati raccogliendo poche soddisfazioni, poi il Covid-19 ha permesso al club di mantenere la categoria. I dirigenti, in base all’esperienza raccolta, hanno fatto sapere fin da subito il proprio pensiero cercando di agevolarci in ogni situazione. Quest’ultimo fattore è stato fondamentale per riprendere in mano la situazione trasmettendo fiducia ad ogni componente”.

Quando parla di miglioramenti si riferisce anche agli innesti di gente esperta?
“Giocare con giocatori del calibro di Mezgour è fantastico. Per noi che nella vita non svolgiamo questa professione come lavoro primario, in queste categorie essere compagni di squadra di chi ha militato in palcoscenici importanti arricchisce il nostro bagaglio culturale e di esperienza. Molti movimenti che noi consideriamo scontati o semplicemente banali, con un consiglio opportuno diventano fondamentali in partita portando anche i più giovani a realizzare il compito nel migliore dei modi tra l’altro divertendosi. In allenamento con il tecnico Pazzini lavoriamo sugli schemi da realizzare, ma quando serve, oltre al mister, i primi a spronarci in caso di cali di concentrazione sono proprio i più esperti del gruppo”.

Oggi cosa rappresenta per lei il S. Ermete?
“Il S. Ermete rappresenta una ripartenza, Sono cresciuto in questa squadra passando poi al Santarcangelo dove mi sono formato come calciatore arricchendo la mia esperienza personale conquistando con Zauli un’apparizione in Coppa Italia (allora i gialloblu militavano in serie C, ndr). Successivamente ho fatto l’intero ritiro con la prima squadra guidata da Marcolini per poi essere arruolato in serie D durante la gestione Galloppa. Un infortunio importante mi ha tenuto lontano dai giochi nel periodo cruciale ed in quel momento si vedono le persone che credono in te e ti fanno sentire importante. Il S. Ermete per me è una vera famiglia”.

Dopo la prima rete in stagione cosa dobbiamo aspettarci da Fuchi, quale posizione preferisce occupare in campo?
“La posizione da trequartista o da esterno è quella che più prediligo. In partita cerco di realizzare i tagli giusti ed innescare i compagni verso la strada della rete. Sono un giocatore che ama trovare la giocata e portare palla al piede anche se a volte esagero (ride, ndr)”.

A Bellaria Fuchi nonostante le condizioni del terreno da gioco ha corso da una parte all’altra del campo, del resto per uno come lui che nella vita svolge il mestiere di corriere, correre è un’abitudine consuetudinaria.