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alla vigilia dei negazionisti

Il ricercatore Gorini: vaccino forse tra due mesi. Gnassi: se peggiora richiudo tutto

In foto: il sindaco e scienziato in videoconferenza
il sindaco e scienziato in videoconferenza
di Lucia Renati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 23 ott 2020 18:05 ~ ultimo agg. 24 ott 11:59
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Una mossa dell’Amministrazione comunale (che ne aveva chiesto l’annullamento) alla vigilia della manifestazione dei “negazionisti” del covid.

Il dottore riminese Giacomo Gorini, ricercatore dello Jenner Institute di Oxford che sta lavorando allo sviluppo del vaccino contro il Covid 19, e il sindaco di Rimini Andrea Gnassi, oggi si sono parlati in videoconferenza per aggiornarsi sugli sviluppi della sperimentazione (che potrebbe portare qualche risultato nell’arco di un paio di mesi) ma anche per lanciare appelli importanti.
Il sindaco Gnassi ha detto che se la situazione peggiora a Rimini, richiuderà tutto. La conversazione è pubblicata sulla pagina facebook del comune di Rimini.

Il giovane ricercatore riminese che si trova ad Oxford per gli studi sul vaccino contro il covid-19, ha ottenuto un permesso speciale dal laboratorio per poter parlare con il Sindaco della sua città. Ora non è più autorizzato a parlare perché gli studiosi vogliono evitare troppa esposizione mediatica che potrebbe influenzare il comportamento dei partecipanti al trial.

Lo scopo era proprio, alla vigilia della contestata manifestazione dei cosiddetti “negazionisti”, che dovrebbe tenersi domani pomeriggio in piazza Cavour a Rimini, lanciare un paio di appelli importanti che tutta la cittadinanza riminese ma non solo, è chiamata ad accogliere per il proprio bene in attesa di questo benedetto vaccino. Le regole che sappiamo già a memoria: lavarsi le mani, distanziarsi, indossare le mascherine. Solo così, ha detto Gorini, è possibile controllare il virus e non essere controllati da lui. “Non si può negoziare con il virus, bisogna anticiparlo” ha detto il ricercatore. Il sindaco Gnassi rinforza l’appello dello scienziato dichiarando che, se anche a Rimini i numeri dei contagi peggioreranno, non esiterà a prendere la decisione dolorosa, dannosa per l’economia e impopolare di chiudere tutto, di nuovo.