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Fondazione Gimbe

Covid, in Regione nuovi casi in calo e basso tasso di ospedalizzazione

di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
gio 1 ott 2020 14:26 ~ ultimo agg. 14:28
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Nella settimana dal 23 al 29 settembre in Emilia Romagna si sono registrati 699 casi di positività al covid, 56 in meno rispetto a quelli della settimana precedente. Si tratta del calo più consistente tra le Regioni italiane. I nuovi casi sono 15,67 ogni 100mila abitanti. Lo riporta il monitoraggio della Fondazione Gimbe.

Tabella. Nuovi casi settimana 23-29 settembre

 

Regione

Variazione casi rispetto

alla settimana precedente

Totale

nuovi casi

Nuovi casi per

100.000 abitanti

Campania

488

1.796

30,96

Veneto

267

1.292

26,34

Lazio

148

1.485

25,26

Piemonte

125

752

17,26

Lombardia

106

1.496

14,87

Sardegna

101

493

30,07

Basilicata

90

124

22,03

Sicilia

41

803

16,06

Liguria

20

623

40,18

Prov. Aut. Bolzano

20

193

36,33

Umbria

14

161

18,25

Friuli Venezia Giulia

11

234

19,26

Valle D’Aosta

10

26

20,69

Puglia

-11

545

13,53

Toscana

-19

737

19,76

Molise

-21

29

9,49

Abruzzo

-23

170

12,96

Prov. Aut. Trento

-26

194

35,85

Marche

-31

163

10,69

Calabria

-47

99

5,08

Emilia Romagna

-56

699

15,67

ITALIA

1.207

12.114

20,07

Bassa in Emilia Romagna anche la percentuale di casi ospedalizzati sul totale degli “attualmente positivi”: sono il 4,6%. Inferiore alla media nazionale il rapporto positivi/casi testati che nella settimana dal 22 al 29 settembre è stata del 2,2%.

Il della Fondazione GIMBE rileva a livello nazionale un ulteriore incremento nel trend dei nuovi casi (12.114 vs 10.907) a fronte di un lieve aumento dei casi testati (394.396 vs 385.324). Dal punto di vista epidemiologico crescono i casi attualmente positivi (50.630 vs 45.489) e, sul fronte degli ospedali, i pazienti ricoverati con sintomi (3.048 vs 2.604) e in terapia intensiva (271 vs 239). Aumentano anche i decessi (137 vs 105).
In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
• Decessi: +32 (+30,5%)
• Terapia intensiva: +32 (+13,4%)
• Ricoverati con sintomi: +444 (+17,1%)
• Nuovi casi: +12.114 (+11,1%)
• Casi attualmente positivi: +5.141 (+11,3%)
• Casi testati +9.072 (+2,4%)
• Tamponi totali: +20.344 (+3,2%)
Da metà luglio i nuovi casi settimanali sono aumentati da poco più di 1.400 ad oltre 12.000, con incremento del rapporto positivi/casi testati dallo 0,8% al 3,1%, mentre i casi attualmente positivi sono più che quadruplicati: da 12.482 a 50.630.
Aumenta il rapporto positivi/casi testati, in particolare in alcune Regioni come Liguria (6,4%) e Campania (5,4%).
Sul versante delle ospedalizzazioni, si registra un incremento dei pazienti ricoverati con sintomi e in terapia intensiva, che in poco più di 2 mesi sono aumentati rispettivamente da 732 a 3.048 e da 49 a 271.

Se guardando al dato nazionale – puntualizza il presidente della Fondazione Nino Cartabellottai numeri appaiono ancora bassi e non fanno registrare al momento particolari sovraccarichi dei servizi ospedalieri, iniziano ad emergere differenze regionali rilevanti“. Al 29 settembre ben 6 Regioni, quasi tutte del Centro-Sud, registrano tassi di ospedalizzazione per 100.000 abitanti superiori alla media nazionale di 5,5: Lazio (12,2), Liguria (10,6), Campania (7,8), Sardegna (7,4), Sicilia (6,2) e Puglia (5,6).
Che la situazione nazionale sia sotto controllo – continua il Presidente – è documentato anche dalla composizione percentuale dei casi attualmente positivi che si mantiene costante dai primi di luglio. Mediamente il 93-94% dei contagiati sono in isolamento domiciliare perché asintomatici/oligosintomatici; il 5-6% sono ricoverati con sintomi e quelli in terapia intensiva sono lo 0,5%. Tuttavia, anche per questo indicatore le differenze regionali accendono ulteriori spie rosse“. In alcune Regioni, infatti, la percentuale dei casi ospedalizzati è nettamente superiore alla media nazionale del 6,6%: Sicilia (11,1%), Lazio (10,2%), Liguria (9,6%) Puglia (9,2%).
Ormai da oltre 9 settimane consecutive – conclude Cartabellotta – i numeri confermano la crescita costante della curva epidemica e delle ospedalizzazioni: in assenza di variabili che portino ad una flessione della curva, bisogna prendere atto che il progressivo incremento dei casi attualmente positivi inizia a determinare dapprima segni di sofferenza del sistema di tracciamento da parte dei servizi territoriali e poi di sovraccarico ospedaliero, in particolare nelle Regioni del Centro-Sud. Solo il potenziamento territoriale della gestione della pandemia permetterà di rallentare la risalita della curva epidemica: da un consistente rafforzamento del sistema di testing & tracing a misure adeguate di isolamento domiciliare per evitare contagi intra-familiari; da un’estensiva copertura della vaccinazione antinfluenzale (non solo delle categorie a rischio), al monitoraggio attivo dei pazienti in isolamento domiciliare“.