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Netta vittoria dei sì

Referendum per il taglio dei parlamentari: le reazioni

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
lun 21 set 2020 17:49 ~ ultimo agg. 22 set 07:37
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A scrutinio ancora aperto, con le percentuali che hanno da subito messo in evidenza una netta prevalenza dei sì al Referendum costituzionale per il taglio dei parlamentari (da 945 a complessivi 600), non si è fatta attendere la rivendicazione della vittoria da parte del Movimento Cinque Stelle.

Per il senatore riminese del Movimento 5 Stelle Marco Croatti: “La decisa conferma da parte dei cittadini italiani della riduzione del numero dei parlamentari è un passo avanti verso il futuro. L’Italia inizia così a lasciarsi alle spalle decenni di immobilismo, in cui si è preferito non modificare lo status quo. In questi anni sono stati tanti gli esponenti di altri partiti che, a parole, si sono sempre detti pronti, ma alcuni di loro, dopo aver votato a favore nei diversi passaggi parlamentari, hanno fatto campagna per il no al referendum. Il Movimento 5 Stelle invece si è sempre proposto di chiudere o rivedere i vecchi schemi del passato, puntando ad un Paese con una struttura più snella, più efficace e più vicina alle esigenze del cittadino. Oggi con il loro Sì al referendum, i cittadini italiani hanno confermato che vogliono guardare avanti, e che le argomentazioni di chi voleva tenersi ancora un parlamento ingombrante, assolutamente non in linea con quelli dei nostri competitors internazionali, erano banali.
Oggi iniziamo a tagliare la burocrazia dello Stato, un primo pass verso l’Italia che vogliamo costruire insieme”.

Perla consigliera regionale del 5 Stelle Silvia Piccinini. “Quello di oggi – scrive – è soltanto il primo passo. Da domani bisognerà iniziare ad aprire una riflessione sul percorso che porta alla scelta dei candidati da inserire nelle liste e del metodo di scelta degli eletti che poi verranno chiamati a rappresentarci nelle istituzioni. Ecco perché il lavoro più complesso comincia proprio adesso se si vuole fare dell’Italia un Paese in linea con le altre grandi democrazie europee”.

Sottolinea la richiesta di cambiamento che emerge dal risultato del voto il sindaco di Rimini Andrea Gnassi. “La vittoria del Si – scrive – è la decisione degli italiani di aprire una nuova fase di un progetto radicalmente riformista. E’ una decisione netta, che rimette al centro la volontà popolare di avere peso nelle scelte che in una democrazia si fanno, con i territori, con i Comuni, che devono avere il giusto peso nell’architettura istituzionale. Il Sì non è però una sconfitta del No. Si sbaglierebbe a interpretare questo voto come una lotta cruenta tra fazioni opposte, che ricomincia adesso. Da parte di tutti, anche chi ha barrato la croce sul no, c’è la richiesta di un cambiamento riformista del Paese. Le ragioni del no devono entrare nel percorso cominciato oggi con il Si. Oggi, quindi, è la prima tappa di un lungo viaggio. Ripeto, un lungo viaggio da fare tutti insieme.  E le persone hanno deciso di partire. Anche i riminesi. Non tradiamo questo viaggio verso un Paese più moderno, più innovativo, più diretto nella partecipazione e nelle forme di coinvolgimento democratico. Anche a Rimini”.

Il segretario provinciale del Pd Filippo Sacchetti scrive: “Prendiamo atto di questo risultato che non inficia e non avrebbe inficiato in ogni caso l’azione di governo. Tanto che lo stesso Partito Democratico era orientato per il Sì, ma consapevoli delle diversità di vedute interne, persino legittime visto che la direzione nazionale per discutere il tema è stata convocata solo il 7 settembre”. Il Pd sottolinea poi le priorità del momento e il dato della bassa affluenza a Rimini. “L’importante è andare avanti a spron battuto per gestire la situazione economico-finanziaria e spendere al meglio le risorse del recovery fund. L’affluenza più bassa (51,5% contro il 55,37% in regione) qui da noi è figlia di un insieme di fattori: in primis il fatto che non si votava per qualche Comune o per la Regione, in secondo luogo una stagione estiva ancora non chiusa che ha tenuto la gente più lontana dalle urne che altrove. In ottica delle sfide che avremo davanti, questo è comunque  un primo passo perché la politica si impegni ancor più a rendere partecipi i cittadini e individuare rappresentanti autorevoli all’interno delle istituzioni”.

Richiama al lavoro da fare ora anche la sindaca di Riccione Renata Tosi: “Ora comincia il lavoro. Perché questo taglio lineare e netto dovrà essere inserito in una riforma strutturata che possa garantire il lavoro del nostro Parlamento. A leggere bene questo risultato significa che la maggior parte degli italiani pensa che 430 deputati dovranno lasciare il proprio scranno. Bene allora dico che lo facciano già domani, che rispettino il risultato del referendum senza prolungare la vita di un Governo che non è più tale. Da parte nostra vigileremo che non si spinga oltre solo per mantenere quella che sedia che gli italiani hanno voluto tagliare. Vorrei comunque ricordare che il voto referendario va letto insieme al risultato delle Regionali e a tal proposito nel confidare che i risultati finali confermino le previsioni, sono estremamente soddisfatta del risultato nelle Marche con Acquaroli “.

Intervento breve della presidente dell’Assemblea leglislativa dell’Emilia Romagna Emma Petitti: “Il Sì si appresta a vincere ampiamente. Bene. Ma non deve essere inteso come un sì antipolitico e populista. Tutt’altro. Questo è un Sì per aprire le porte a una nuova e intensa stagione di riforme, ad iniziare da un rilancio e un efficientamento del Parlamento. Ora si proceda!”

La consigliera regionale del Pd Nadia Rossi riconosce il risultato netto ma spiega: “penso tuttora che sia stato giusto sostenere il No insieme a quei cittadini, quasi un terzo dell’elettorato, che con il loro voto si sono pronunciati negativamente su di una riforma incompleta, non ambiziosa e utilizzata da qualcuno come spot senza curarsi della reale necessità di snellire e migliorare il procedimento legislativo”.