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biblisti, storici, attori

Dedicata al Cantico la XXII Settimana Biblica

In foto: l'immagine della locandina
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
ven 18 set 2020 15:06
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Quattro conferenze serali, otto relatori, tra cui biblisti (la riminese Laila Lucci e Luca Mazzinghi), storici (Marcello Panzanini) e attori (Roberto Mercadini e Paolo Summaria), e diversi gruppi di lavoro, denominati atelier.
Sono gli appuntamenti della Settimana Biblica Diocesana 2020, un appuntamento di formazione e di ricerca biblica rivolto a studenti dell’ISSR Alberto Marvelli, agli operatori pastorali delle parrocchie e a tutta la cittadinanza riminese.

Giunta alla sua XXII edizione, la Settimana Biblica sceglie il libro del Cantico dei Cantici. Il Cantico è un libro che “rende impure le mani”, come usa dire la tradizione ebraica per indicare il carattere ispirato dell’opera. L’immagine, pur provenendo da una remota antropologia del sacro, offre un’indicazione preziosa al lettore: non ci si può accostare all’opera con tocchi fugaci e superficiali, che non ne colgano, con rispetto e venerazione, l’insondabile profondità, simbolica e rivelativa.

Se l’attore Paolo Summaria e la biblista Laila Lucci offriranno (lunedì 28 settembre) un ingresso nell’opera, con la lettura di passi corredati da introduzioni e chiavi interpretative, il biblista Luca Mazzinghi presenta (martedì 29 settembre) l’esegesi di passi specifici del Cantico, con la rilevazione di simbologie e temi significativi.
Riletture posteriori, nella cultura e nell’arte, che aiutano a comprendere l’immenso e attuale apporto culturale di quest’opera, compongono la ricognizione operata da Marcello Panzanini (mercoledì 30). Inoltre confrontandosi con diverse traduzioni, antiche e contemporanee, di alcuni passi, il contributo dell’attore Roberto Mercadini costituisce un’appassionata riproposizione artistica dell’opera. Giovedì 1 ottobre verrà presentato il documento  “Che cosa è l‘uomo”: propone un ampliamento antropologico sul tema dell’amore umano, come esso emerge nella Sacra Scrittura, commentato dalla biblista Nuria Calduch-Benages (Pontificia Commissione Biblica). Le conclusioni sono affidate al vescovo di Rimini Francesco Lambiasi.

La Settimana Biblica si svolgerà in Sala Manzoni (via IV Novembre 35, Rimini).
A causa dell’emergenza COVID-19 i posti in sala sono limitati, occorre prenotare il posto in sala per vivere di persona la Settimana Biblica. presso la Segreteria Diocesana (0541-1835105) oppure attraverso il sito www.settimanabiblica.it
Contributo (comprensivo di cartellina): € 3,00 a serata. Le prenotazioni sono relative alla singola serata, si può prenotare una o più serate. In caso di posti esauriti si può sempre seguire le serate in diretta su Icaro TV, canale 91 del digitale terrestre.
Le conferenze iniziano alle ore 21.

Oltre alle quattro serate in cui ci si accosta alla Parola di Dio, la Settimana Biblica prevede anche Atelier di catechesi biblica: studiano aspetti legati alla storicità e alle caratteristiche narrative del Cantico dei Cantici e si condividono esperienze e metodologie di lettura orante e catechesi narrativa su alcuni racconti evangelici.

Atelier di Bibliodramma” a cura di Alessandro Zavattini è in programma lunedì 5 ottobre dalle 18,30 alle 22,30. Guidato da Giovanna Zanutta, presidente dell’Associazione Italiana Bibliodramma.
Atelier poetico” a cura di Gabriele Gozzi, è in programma mercoledì 7 ottobre, dalle ore 18,30 alle 21,30. Sarà guidato da Ardea Montebelli, insegnante e poetessa. Gli Atelier si svolgeranno presso il Seminario Vescovile.
Prenotazioni e informazioni: Segreteria Diocesana (0541-1835105) oppure www.settimanabiblica.it

Il Cantico dei Cantici

Il nome di Dio in questo libro non viene mai direttamente nominato, eppure in tutte le sue pagine si parla d’amore, spirituale e fisico, fra due sposi. “Dio è studiato ed esaltato nella sua immagine che è l’uomo” fa notare don Gabriele Gozzi, 44enne nuovo responsabile dell’Ufficio diocesano dell’Apostolato biblico.

Poesia d’amore, costruita secondo i canoni letterari del medio-oriente antico, essa fu rielaborata nella sua edizione finale, in modo da rileggere i contenuti amorosi alla luce dell’alleanza sponsale tra Jhwh e il suo popolo, Israele. La simbologia religiosa, ricchissima e misteriosa, non cancella ma potenzia l’audacia dell’amore umano, l’incanto del perdersi e ritrovarsi, il segreto dell’attrazione, il mistero dell’unione.  Esso in quanto amore umano è già alleanza, compimento del desiderio e ritorno all’origine, da cui scaturisce la fiamma di Jah. Nel Cantico non v’è realmente distinzione tra sacro e profano. Non si può quindi comprendere il Cantico senza penetrare, almeno un poco, questa densità semantica, simbolica, antropologica. Ciò richiede un’indagine comparativa che ne mostri il radicamento letterario e insieme una rilevazione del vocabolario, che faccia emergere i temi, teologici e antropologici, di cui il Cantico è intessuto. Infine, non si può tralasciare una consapevolezza della storia degli effetti, nella cultura e nell’arte, che questo libro ha generato. Essa ci mostra il fascino del mistero divino-umano dell’amore e insieme il tentativo di addomesticarlo con rassicuranti allegorie.