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Giro d'Italia Giovani U23 Enel

Ciclismo: come cambiano i villaggi di partenza e arrivo ai tempi del Covid?

di Icaro Sport   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
sab 5 set 2020 16:02
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Con il Giro d’Italia Giovani Under 23 Enel sono ripartite le grandi corse a tappe ciclistiche in Italia, nel rispetto dei protocolli di sicurezza. Ma come sono cambiati le operazioni prima del via e i villaggi di partenza e arrivo, storicamente occasione di festa e contatto con il pubblico?

Nel 2020 cambiano i protocolli, ma non la sostanza, per lo sport che più di ogni altro sa essere popolare e andare nelle piazze per incontrare le persone. Non manca la voglia di applaudire i talenti del ciclismo, in questa sfida e palcoscenico per il lancio verso il mondo dei professionisti.

Non manca lo spirito emiliano-romagnolo che ha sempre animato il contorno degli appuntamenti organizzati da Nuova Ciclistica Placci, presieduta da Marco Selleri, in collaborazione con Communication Clinic di Marco Pavarini.

Non mancano le attività collaterali che coinvolgono i Giovanissimi, come le prove di abilità in bicicletta che si sono susseguite ogni giorno con la collaborazione del Settore Giovanile Nazionale della FCI e con i partner del territorio all’interno del Villaggio BPER Banca, sponsor di tutto il Giro d’Italia Under 23, con cui condivide lo stretto legame con il territorio e l’impegno a costruire un futuro di successi.

Non mancano i volontari, appassionati e fondamentali per la buona riuscita di un evento sportivo; c’è anche il folkloristico gruppo coordinato da Giandomenico Marangoni, il papà di Alan, che nel ciclismo non ha bisogno di presentazioni e che continua a portare buonumore al villaggio, rifornendo ogni giorno tutta la comitiva (oltre 250 addetti ai lavori) con ottimi pasti sigillati monoporzione grazie a Kometa.

Non mancano le miss, Sara e Valeria, che con il loro sorriso hanno allietato le mattinate al villaggio, senza mancare di distribuire prodotti Noberasco ed Enervit, ovviamente in confezioni sigillate in periodo Covid. E al villaggio non manca nemmeno la frutta fresca, con l’agricola Don Camillo.

Non cambia la sostanza, solo i protocolli: per accedere sono necessari autocertificazioni, misurazione della temperatura corporea e igienizzazione delle mani.

E se il pasto può chiudersi con la possibilità di gustare un ottimo caffè al truck 101Caffè, il villaggio di partenza e arrivo non è solo cibo: sono presenti anche altri spazi espositivi e occasioni di visibilità per gli sponsor, da Festina a GLS, da Alé a Suzuki, passando per Tua Assicurazioni, e con la possibilità di raccontare altri importanti progetti di Extragiro, come ‘Ebike to work’ e il ‘Museo Digitale Diffuso del ciclismo’ ormai in rampa di lancio. E poi c’è AIDO, l’Associazione italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule, sempre presente con materiali informativi per diffondere la “cultura della donazione” al prossimo e sensibilizzare cittadini maggiorenni affinché possano fare una scelta consapevole in vita sulla donazione.

Tutto si svolge nella zona gialla, a cui si può accedere con accredito, per applaudire e salutare da qualche metro di distanza gli atleti che si muovono nella zona verde, lo spazio d’azione dei team, che nelle ore precedenti la partenza hanno avuto conferma della negatività al Covid con il tampone, per poi vivere il Giro Giovani nelle rispettive “bolle” di squadra.

Un 2020 in cui la voglia del pubblico appassionato di ciclismo di tornare a seguire le grandi corse a tappe internazionali, in tempi in cui il distanziamento resta una priorità, è stata alimentata con il Race Control Streaming, un nuovo modello di narrazione del ciclismo “dall’interno”, reso possibile anche grazie al supporto tecnico di Endu e alla sinergia con un partner tecnologico come Huawei, azienda leader nel settore della tecnologia. Un Giro Giovani che prosegue sulla strada dell’innovazione, anche per la collaborazione con realtà come MySdam e Sinora.

A un certo punto, però, la corsa è corsa e gli atleti agganciano i tacchetti ai pedali. Dal riavvio post-lockdown, gli atleti in zona partenza non vivono più un momento simbolico come il foglio firma, ma resta l’irrinunciabile foto dei team sul palco di presentazione: perché se c’è una cosa che non cambia, anche nel periodo del Covid, è che il Giro d’Italia Under 23, con tutto il suo contorno, rappresenta il palcoscenico principale al mondo per quei talenti del ciclismo che, grazie al trampolino del Giro Giovani, ambiscono a un brillante futuro nel professionismo.