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Chiosco Castello ancora al palo. Comune: rientra in nuova fase di Open Space

In foto: il chiosco di piazza Malatesta
il chiosco di piazza Malatesta
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 22 set 2020 14:29 ~ ultimo agg. 23 set 13:56
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Il 17 ottobre 2019, al termine della procedura negoziata, il comune di Rimini aveva affidato alla società di Claudio Paesani The Sun s.r.l. la gestione del chiosco bar da 44 metri quadri di piazza Francesca da Rimini, nel Giardino del Castel Sismondo. La società aveva offerto un canone annuale di 20.000 euro. A quasi un anno da quella aggiudicazione, il chiosco è ancora fermo al palo. A giustificare il ritardo ci sono stati tanti intoppi: dal giro di vite della soprintendenza sui dehors (50 i metri quadri che erano previsti per il chiosco), fino all’emergenza covid. Nel giugno scorso, da noi contattato su eventuali novità in merito all’apertura, Claudio Paesani spiegava: “purtroppo tutto tace, siamo in attesa di informazioni”. In questi giorni abbiamo chiesto lumi all’amministrazione che ci ha spiegato che il chiosco, insieme all’intera questione dehors/spazi esterni, rientra ora nella seconda fase di Rimini Open Spaceche il Comune ha annunciato e che intende aprire in autunno con la Soprintendenza”. “Le decisioni del Governo, che ha esentato fino al 31/12 dal pagamento Tosap, – spiega l’amministrazione – il successo di Open Space, la nuova regolamentazione per i dehors in molte città d’Italia durante la fase post Covid, sono gli elementi di una nuova strutturazione dell’argomento, a partire dal 31 ottobre in poi, che verrà concordata con gli enti superiori. Da strumento temporaneo a intervento strutturale.” Sulla data di possibile apertura del chiosco, malinconicamente chiuso (o meglio mai aperto), ancora nessuna ipotesi.
La procedura che aveva portato all’affidamento alla società The Sun prevedeva la gestione per 8 anni con apertura annuale e allestimenti interni ed esterni a carico del concessionario. L’amministrazione, oltre all’uso di prodotti alimentari di filiera corta e di vettovaglie e accessori biodegradabili, chiedeva poi al concessionario di realizzare nell’arena adiacente iniziative di tipo culturale ed enogastronomico. L’intenzione del comune era quella infatti di farne un luogo di socializzazione per portare sempre più persone a vivere la riqualificata piazza.