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invocata commissione comunale

Eolico offshore. Basta Plastica in Mare: capito il perché di tanta fretta

di Simona Mulazzani   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 6 ago 2020 14:16 ~ ultimo agg. 19:03
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Conferma il secco no all’impianto eolico e pensa di aver capito il perché di tanta fretta dei percorsi per l’autorizzazione. L’associazione ambientalista Basta Plastica in Mare torna sul progetto che prevederebbe l’installazione di 59 pale al largo della costa riminese.

E’ un mese e mezzo che studio il progetto e pensiamo di aver capito il perché di tanta fretta – spiega Marco Zaoli, architetto paesaggista, membro e consulente di Basta Plastica in Mare. –Entro fine anno una direttiva comunitaria europea stabilisce l’obbligo per gli stati membri di prevedere la pianificazione dello spazio marittimo, in sostanza un piano regolatore del mare che dovrebbe anche esprimere parere su questo tipo di impianti. Sempre dall’Europa, inoltre, viene chiesto che siano previste aree protette per almeno il 30% del mare, così come delle terra. Due indicazioni importanti che renderebbero molto più arduo il percorso del progetto. E’ viziato da una scorrettezza di fondo perché è stato presentato in modo da riuscire a sfuggire a questi provvedimenti“.

L’associazione è convinta anche che per questo motivo il progetto sia stato avviato senza un preliminare confronto partecipativo. 13 le osservazioni presentate: Basta Plastica in Mare, pescatori, parco Delta del Po, provincia di Rimini, comuni di Rimini, Riccione e Misano, lega navale Riccione, Italia Nostra, cooperativa Bagnini Riccione, Club Nautico Riccione, Asoer e Senatore Marco Croatti. I tempi ora sono molto stringati: la conferenza dei servizi in cui i vari enti del territorio dovranno arrivare ad una decisione sarà il 5 novembre. Per questo l’associazione chiede l’intervento del comune di Rimini.

Chiediamo – spiega Manuela Fabbri, presidente APS Basta Plastica in Mare – al comune di istituire una commissione che coinvolga le associazioni ambientaliste, le categorie economiche, ma soprattutto degli esperti per valutare in modo competente il fabbisogno energetico, e quali fonti rinnovabili possano essere utilizzate senza sfruttare il mare che è bene non rinnovabile. Noi abbiamo due consulenti,il legale Gianluigi Ceruti e il biologo dei cetacei Giuseppe Notarbartolo di Sciara, che sono pronti a mettere a disposizione la loro competenza“.

L’associazione si apre anche al confronto con chi è convinto della bontà dell’impianto. “Vorremmo organizzare – aggiunge la Fabbri  – un incontro in cui possano emergere pro e contro e ci piacerebbe che a confrontarsi con il nostro esperto Marco Zaoli sia il già eurodeputato Marco Affronte, di cui apprezziamo la preparazione sul tema. Vorremmo pensare un momento ad inizio settembre in cui la cittadinanza possa farsi una chiara idea di questo impianto, per evitare che cada improvvisamente sulla testa dei cittadini, senza che siano informati“.

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