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Niente lieto fine

Un trigone viola recuperato nell'invaso del ponte di Tiberio

In foto: il trigone recuperato. purtroppo le ferite erano troppo gravi
il trigone recuperato. purtroppo le ferite erano troppo gravi
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 8 lug 2020 17:06 ~ ultimo agg. 9 lug 09:04
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Un trigone viola nell’invaso del Marecchia, vicino al Ponte di Tiberio. Fondazione Cetacea è intervenuta ieri (martedì) dopo aver ricevuto la segnalazione della presenza  del trigone che da un paio di giorni stava nuotando in evidente difficoltà nell’invaso. Scientificamente chiamato “Pteroplatytrygon violacea”, è un pesce cartilagineo caratterizzato dal corpo di forma discoidale molto affusolato con delle larghe pinne pettorali.

I volontari della Fondazione si sono recati sul posto e, con il supporto di Enzo Pastore dell’associazione Marinando che ha messo a disposizione il suo mezzo nautico, sono riusciti a recuperare il trigone. “Ci è stato subito chiaro – si legge in una nota – che l’animale presentava delle ferite molto gravi alla coda, che era stata mutilata probabilmente con l’intenzione di privarla dell’aculeo velenoso. Purtroppo nonostante l’immediato ricovero e le cure prestategli, il trigone non ha superato la notte“.

Siamo molto dispiaciuti per l’esito di questo intervento – dicono dalla Fondazione Cetacea –, vorremmo che non succedessero più episodi così, che purtroppo però si ripetono tutti gli anni. Il trigone se non disturbato è un animale totalmente innocuo e non aggressivo. Proprio in questo periodo le femmine gravide (i trigoni sono infatti ovovipari e le uova sono incubate e si schiudono nell’organismo materno) si avvicinano alla costa e scelgono i nostri lidi per la riproduzione: nel caso vi capitasse di avvistarne una basta tenersi a distanza di sicurezza (per voi e per lei) per godersi lo spettacolo“. “Rinnoviamo – conclude la nota – la raccomandazione già fatta alcune settimane fa in occasione di un altro recupero di non sollevare mai l’animale afferrandolo per gli opercoli posti dietro gli occhi o dalla coda in caso di cattura accidentale in reti“.