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Parlano Bellucci e Fabbrani

Scuola. Italia Viva contro il M5S: basta populismo e incompetenza

In foto: Bellucci e Fabbrani in immagine di repertorio
Bellucci e Fabbrani in immagine di repertorio
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 24 lug 2020 14:35
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I coordinatori riminesi di Italia Viva, Bellucci e Fabbrani, entrano nel dibattito sulla ripartenza della scuola a settembre. Nel mirino finisce il Movimento 5 Stelle, alleato al governo nazionale.

Mancano meno di 2 mesi – scrivono – e la confusione regna sovrana. I nostri insegnanti, i presidi, il personale scolastico e le istituzioni locali ce la stanno mettendo tutta ma le difficoltà sono notevoli. Mancano 250.000 supplenze a livello nazionale e in molti casi gli spazi per il distanziamento sociale. I banchi monoposto non arriveranno mai in tempo perché il numero richiesto in un mese è la produzione di 5 anni – continuano – e non sono stati utilizzati i mesi di chiusura per fare i lavori nelle scuole come avevamo chiesto a gran voce. Dobbiamo sbrigarci le lancette dell’orologio corrono”.

Surreale, secondo Bellucci e Fabbrani, il dibattito che si è aperto sulle paritarie. “Lo stanziamento di ulteriori 300 milioni di euro che si sommano ai 150 già stanziati risponde all’esigenza di sostenere una fetta importante dell’educazione del nostro Paese, in Italia sono più di 800 mila gli studenti iscritti alle scuole paritarie – sottolineano – senza questo sostegno approvato dai nostri parlamentari, questi istituti avrebbero chiuso i battenti, provocando un riversamento di giovani nelle scuole pubbliche ed aggravando ulteriormente una situazione già complessa”. “Lasciamo da parte l’ideologia: oltre a garantire la libertà di scelta educativa alle famiglie, le scuole paritarie svolgono a tutti gli effetti un servizio pubblico essenziale per il Paese. Sul nostro territorio – continuano Bellucci e Fabbrani – per la fascia 0-6 anni le scuole paritarie sono essenziali. Riescono infatti ad offrire il 50% dei servizi scolastici della città, con progetti educativi e programmi che permettono ai Comuni e allo Stato, che altrimenti dovrebbe istituire altre materne pubbliche, un risparmio di circa 7 mila euro a bambino ad anno scolastico”.

Per i due esponenti di Italia Viva “invece di parlare per slogan, in una situazione così complessa e articolata, si entri nel merito dei problemi della scuola, di tutta la scuola, sia paritaria che pubblica. Si deve parlare di edilizia scolastica, digitalizzazione dell’insegnamento e formazione degli insegnanti, sostegno ed inclusione delle diversità come era stato fatto con La Buona Scuola nel 2015 – concludono – bisogna riportare il dibattito nel campo della serietà, per ricucire le diseguaglianze e lavorare al futuro del Paese. Senza nascondersi dietro battute populiste che scuotono gli animi e non risolvono problemi, limitandosi a soffiare su diseguaglianze e risentimento”.