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Matrimonio Rimini-Bologna

Fusione tra le fiere. La Regione: si vada avanti

In foto: l'ingresso della fiera per l'edizione 2019
l'ingresso della fiera per l'edizione 2019
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 23 lug 2020 17:31 ~ ultimo agg. 19:09
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Ci vorrà qualche anno ma il percorso è cominciato e proseguirà perchè le incertezze non fanno bene al settore. Questo in sintesi il pensiero dell’assessore regionale alle Attività Produttive Colla, espresso davanti alla Commissione Politiche economiche nel corso di un’audizione

“Le Fiere di Rimini e Bologna” ha spiegato, “hanno un fatturato che, se sommato, supera quello dell’Expò di Milano: sono due fiere di carattere internazionale. Andremo avanti sul progetto di fusione anche perché ci sono già atti formali dei consigli di amministrazione di entrambe le fiere: nascerà un unico grande soggetto con un unico piano industriale. E’ un’operazione che per essere portate a termine impiegherà qualche anno perché non si può tenere in turbolenza un settore così importante per troppo tempo”.

L’audizione avviene all’indomani della nota della Corte dei Conti, impegnata nell’esame del bilancio 2019, che ieri aveva messo in guardia dal procedere alla fusione in presenza di una progressiva riduzione della partecipazione pubblica e della diffusione dell’azionariato (dovuta alla quotazione in Borsa di Ieg).

Ma dalla Regione spiegano che nel progetto industriale entrerà anche come partner Cassa Depositi e Prestiti, con cui sono già iniziati gli incontri. “Dobbiamo fare un progetto industriale molto complesso” ha spiegato il rappresentante della Giunta, citando anche gli impegni per la tutela dell’occupazione. Cassa Depositi e Prestiti si è detta disponibile a lavorare sia su patrimonializzazioni sia su acquisto di pacchetti azionari. “Vogliamo rilanciare il sistema fiere di questa regione nel mondo con un forte ruolo del settore pubblico: in Italia avremo due soggetti attrattivi, la Fiera di Milano e Fiera Bologna-Rimini”, ha detto ancora l’assessore, ricordando che la competizione ormai è a livello internazionale, con gli altri grandi poli fieristici internazionali, come ad esempio quelli tedeschi.

Se le Fiere sono un grande volano di investimenti (si calcola che per ogni euro investito se ne generino quattro di produzione) il Covid determinerà per quest’anno un calo di fatturato che può arrivare anche al 70% è stato spiegato in Commissione.

Disco verde alla relazione della Giunta da parte del Partito Democratico, mentre le opposizioni hanno rilanciato il tema dell’occupazione. Fratelli d’Italia avanza la richiesta di ponderare bene il processo e di controllare ogni possibile controindicazione e problema che possa emergere, mentre ER Coraggiosa ha chiesto garanzie sulla tutela di tutto il personale e di valorizzazione del ruolo del pubblico all’interno del percorso di fusione. Sulla stessa linea anche il Movimento 5 Stelle, che ricorda come la fusione tra le due fiere non debba portare alla riduzione del personale degli Expò. Il rappresentante della lista Borgonzoni, pur apprezzando la relazione dell’assessore, ha sottolineato come sia complesso parlare di fusione in un momento in cui il Coronavirus ha messo in ginocchio le Fiere.