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Aprile azzerato

Turismo a picco, si spera nell'estate. Migliaia di posti di lavoro a rischio

di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 19 giu 2020 16:55 ~ ultimo agg. 20 giu 11:57
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I turisti arrivati in provincia di Rimini nei primi quattro mesi del 2020 sono stati poco meno di 200mila, nel 2019 erano stati quasi 640mila. Un calo del 68,9%. I pernottamenti sono stati invece 668mila, il 60% in meno. Numeri che non sorprendono ma che danno una prima idea dell’impatto dell’emergenza covid sul comparto turistico. Molto penalizzante in particolare il mese di aprile che lo scorso anno era stato il migliore in termini di arrivi e presenze dopo quelli estivi (giugno – settembre). In tutta la provincia si erano registrati infatti 324mila turisti arrivati per un totale di 868mila presenze. Nel 2020, in pieno lockdown, il calo è stato pressoché totale: -99,7% i primi e -94,6% le seconde. Le poche presenze che si sono registrate sono legate alle strutture che ospitavano lavoratori impegnati nelle attività rimaste operative, come alcuni cantieri pubblici. Le stime prevedono che soprattutto per maggio (quando ancora i confini regionali erano bloccati) ma anche a giugno una forte contrazione. L’auspicio è che luglio, ma soprattutto agosto e settembre possano aiutare a contenere il tracollo. Ancora però in questi giorni, in base ai dati della Prefettura di Rimini, risulta aperto in provincia poco più del 20% delle strutture ricettive. In Italia circa il 40%.
Secondo stime Federalberghi, a livello nazionale in aprile si sono persi nel comparto turistico circa 106mila posti di lavoro stagionali e altri 118 mila a maggio. A rischio per l’estate ci sono quasi 500mila posti di lavoro. A fine anno invece si prevede una perdita di oltre 300milioni di presenze e di 16,5 miliardi di fatturato. Proprio Federalberghi, in audizione col presidente del consiglio, ha chiesto al Governo di irrobustire le misure di sostegno previste dal decreto Rilancio. Le nostre priorità spaziano dalla proroga della cassa integrazione alla riduzione del costo del lavoro per le imprese che ripartono, passando per le peculiarità delle imprese in affitto e per la riduzione della pressione fiscale sugli immobili strumentali, senza dimenticare le problematiche connesse alla riqualificazione delle strutture ricettive, alla concorrenza sleale esercitata delle centinaia di migliaia di appartamenti abusivi che inquinano il mercato ed all’abuso di potere dominante dei portali di prenotazione.