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Dopo sentenza del Tribunale richiedente asilo iscritto all’anagrafe

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palazzo Garampi

La battaglia legale di un richiedente asilo residente a Rimini apre nuove strade di “cittadinanza”. Nei mesi scorsi il ragazzo aveva fatto richiesta di iscrizione all’anagrafe comunale, ma la domanda era stata rigettata sulla base del Decreto sicurezza attualmente in vigore. Il richiedente asilo non si era arreso e aveva deciso di presentare ricorso al Tribunale di Bologna, avvalendosi del sostegno dei volontari dello sportello di Rimini di Avvocato di Strada Onlus. Nei giorni scorsi è arrivata la sentenza che dà ragione al ragazzo. In virtù di questa la Giunta del Comune di Rimini ha deciso che procederà all’iscrizione anagrafica non solo sua ma dei richiedenti asilo che ne hanno fatto domanda.

La Giunta – si legge in una nota del comune – prendendo atto e condividendo l’orientamento giurisprudenziale espresso dal Tribunale di Bologna, ha quindi deciso di procedere all’accoglimento delle dichiarazioni di residenza dei cittadini richiedenti asilo. Un atto che dà seguito all’impegno pubblico che l’Amministrazione ha preso con l’associazione Rimini Umana e con le altre realtà del territorio che lo scorso anno avevano promosso una raccolta firme sottoscritta da 10mila persone e consegnata al Sindaco in occasione della manifestazione “Rimini porto sicuro””

Il vicesindaco Gloria Lisi si dice “orgogliosa di questo atto che consente di rispondere ad un’esigenza legittima di tantissime persone alle quali è stato precluso un diritto fondamentale sancito anche dalla Costituzione, oltre che la possibilità concreta di potersi inserire nella società. Senza la residenza è preclusa la possibilità di poter avere un regolare contratto di lavoro o frequentare un corso di studi, costringendoli di fatto, a rimanere bloccati nelle strutture, ad aspettare l’esito della domanda di asilo. E’ evidentemente una forma di discriminazione, di marginalizzazione e di esclusione sociale, nonché elemento che aumenta l’insicurezza perché non consente agli amministratori di conoscere con certezza il numero delle persone presenti sul proprio territorio, perché porta i richiedenti asilo ad essere prede della criminalità (come nel caso dello sfruttamento lavorativo) e perché a fronte di diritti ci sono anche doveri a cui un cittadino deve rispondere.

Ecco perché, subito dopo la pronuncia del Tribunale di Bologna, abbiamo attivato le procedure per consentire da subito l’iscrizione all’anagrafe dei tanti richiedenti asilo che hanno presentato domanda. Era un impegno che avevamo preso pubblicamente con le associazioni e in particolare con Rimini Umana, che ringrazio personalmente per la dedizione con cui si è fatta carico della questione e i volontari di Avvocati di strada Onlus, che hanno seguito i ricorrenti non solo a Rimini nel percorso giuridico per la tutela di un diritto messo in discussione da un Decreto Salvini che è tempo sia rivisto.

La Giornata mondiale del Rifugiato, che abbiamo celebrato pochi giorni fa, non è stata quindi solo l’occasione per un’azione di sensibilizzazione attraverso il cortometraggio “L’attesa di Daouda”, ma coincide con un atto concreto e nel riconoscimento di un diritto fondamentale”.