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Centri estivi a Rimini. Si parte con rette contenute (e alcuni rilievi dai sindacati)

Centri estivi a Santarcangelo, le modalità per i contributi alle famiglie

repertorio

Dopo il confronto tra Amministrazione Comunale e sindacati degli ultimi giorni, questa mattina si è tenuto al palazzetto Flaminio di Rimini un incontro per spiegare le modalità di attuazione dei centri estivi 3-6 anni. Presenti, insieme a quelle della scuola d’infanzia, anche le educatrici dei nidi che saranno coinvolte nel progetto. Proprio il coinvolgimento di personale comunale, insieme alle risorse stanziate dal comune e ad altri contributi, permetteranno il contenimento delle rette.

La richiesta del Comune al personale educativo e insegnante è di un impegno a rotazione per quattro settimane ciascuno, dal 22 giugno al 31 agosto, nei Centri Estivi comunali. I 180 bambini saranno divisi in sei Centri di cui 4 gestiti dalla Cooperativa Millepiedi (già aggiudicataria del servizio tramite bando) e due direttamente dal Comune.

Da lavoratori e lavoratrici è stata espressa disponibilità a garantire il servizio in un’estate quanto mai particolare, anche se i sindacati rilevano i tempi stretti sia per definire e preparare l’attività dei centri estivi, soprattutto con la necessità di garantire tutte le condizioni di sicurezza, sia in molti casi per ridefinire l’organizzazione familiare: molte insegnanti sono a loro volta mamme.


L’approfondimento del Comune di Rimini sul tema costi:

Costi più che quadruplicati per l’organizzazione dei centri estivi, ma non per le famiglie riminesi. L’equilibrio delle rette, in coerenza con gli anni passati, è frutto delle risorse aggiuntive messe in campo dal Comune di Rimini che, sommate a quelle nazionali e regionali, permettono di coprire quasi per intero l’aumento dei costi organizzativi – generalizzato per l’Italia – contenendo quelli delle rette. Un ruolo importante lo gioca anche la disponibilità, esclusivamente per l’estate 2020, da parte del personale dei nidi e delle materne comunali.

Perchè aumentano in Italia i costi per chi organizza i Centri estivi?

L’aumento dei costi è dettato da diversi fattori: il primo e più incisivo anche dal punto di vista della spesa è relativo al nuovo obbligo che, da quest’anno, prevede che il rapporto educatore/bambino passi dal tradizionale 1 a 20 (un educatore ogni 20 venti bimbi) a 1/5; in sostanza, dove fino all’anno scorso occorreva un educatore, quest’anno ne occorreranno 4. Ciò per garantire la formazione di piccoli gruppi indipendenti e ridurre l’assembramento. Il rapporto bambini – ausiliari raddoppia per fronteggiare le esigenze di sanificazione e pulizia costante, servizi quest’ultimi che rappresentano anch’essi un investimento aggiuntivo rispetto al normale. Il servizio di mensa è allo stesso modo più articolato, dovendo attivare, ad esempio, la monoporzione con costi aggiuntivi.

Il costo complessivo di 1.100 euro mensili a famiglia- cifra insostenibile- dovuta alla quadruplicazione delle spese viene ridotto a 390 euro mensili grazie principalmente al diritto allo studio e agli interventi del pubblico. In sintesi:

La prima leva è statale e riguarda il finanziamento contenuto nel Decreto rilancio. Risorse che, seppur non ancora stanziate e definite nei dettagli, dovrebbero essere di più di novecento euro per tutto il periodo estivo (luglio, agosto, e la parte finale di giugno). Ciò riduce la retta potenziale da 1.100 a 780 euro.

I 780 euro si dimezzano a 390 euro mensili, comprensivi di mensa, grazie all’intervento del diritto allo studio del Comune di Rimini e il coinvolgimento del personale comunale per i mesi estivi. Una cifra che potrà addirittura essere ulteriormente ridotta grazie all’utilizzo di strumenti come il bonus baby sitter nazionale e i voucher di conciliazione della Regione Emilia – Romagna.

“Si tratta, nei fatti – spiega l’assessore ai servizi educativi del Comune di Rimini, Mattia Morolli – di un importante intervento di diritto allo studio in grado di abbattere i costi organizzativi iniziali, arrivando ad una retta mensile – per i 180 piccoli iscritti nei nostri centri estivi – che si pone nettamente al di sotto di quelle già rese pubbliche da altri comuni capoluogo, con cifre che oscillano tra i 200 e i 280 euro settimanali. Decisivo l’apporto delle risorse comunali e del personale didattico di ruolo, che ha deciso di mettersi a disposizione per  dare il proprio contributo; un impegno esclusivamente concentrato sul 2020, per la gestione di questo delicato e inedito passaggio, per poi tornare alla normale attività nel corso del prossimo anno scolastico. L’altra professionalità delle nostre insegnanti ci permetterà inoltre di elevare il livello didattico dell’offerta, aspetto non secondario in un anno dove i ragazzi devono anche recuperare i mesi di sospensione da Covid, che rischia di lasciare lacune che è bene affrontare subito. Inoltre stiamo parlando di personale specializzato nella outdoor education, frutto di un lavoro didattico pionieristico affrontato dal nostro coordinamento pedagogico per l’educazione all’aperto. Abbiamo già predisposto un protocollo sicurezza e corsi di formazione dedicati per chi lavorerà nei centri estivi; stiamo inoltre lavorando, anche su sollecitazione del nostro personale di ruolo, ad una sorta di patto con le famiglie a garanzia della sicurezza e salute di tutti. Un grande ringraziamento va a tutto il personale del Comune di Rimini che, dagli amministrativi alle educatrici si è messo a disposizione per garantire alle famiglie riminesi la migliore offerta possibile senza far gravare esclusivamente sulle tasche dei cittadini i costi di questa emergenza”.

L’intervento dei sindacati:

Gli incontri

Mercoledì 10 giugno è stato l’ultimo giorno di attività relativo al progetto Io e Tech, ideato dal Comune di Rimini per far fronte nelle scuole dell’infanzia al periodo di emergenza Covid-19.

Dal 22 giugno verrà invece attivato il servizio di Centro Estivo comunale 3-6 anni le cui modalità organizzative sono state illustrate lunedì 8 giugno dall’assessore Mattia Morolli alle Organizzazioni Sindacali e alle RSU e oggi 12 giugno a tutto il personale educativo e insegnante del Comune di Rimini. Tra queste due date si è svolta in videoconferenza l’assemblea sindacale organizzata dalle Organizzazioni sindacali di categoria CGIL CISL UIL.

La richiesta del Comune

Dall’11 giugno è stata interrotta l’autorizzazione al lavoro agile e tutto il personale è stato collocato in ferie/permessi fino all’apertura dei Centri Estivi.

A questo proposito l’Amministrazione Comunale chiede al personale educativo e insegnante di essere impegnato a rotazione per 4 settimane al 22 giugno al 31 agosto nei Centri Estivi comunali. Complessivamente si tratta di 180 bambini divisi in 6 Centri di cui 4 gestiti dalla Cooperativa Millepiedi e 2 direttamente dal Comune.

Ogni Centro ospiterà 30 bambini suddivisi in gruppi di 5 con 1 educatore ogni 5 bambini.

Le richieste sindacali

Sostanzialmente tutto il personale educativo e insegnante ha dichiarato la propria disponibilità rispetto alle richieste del Comune facendo rilevare però i tempi stretti per definire e organizzare la propria attività in questo lavoro frontale che avrà caratteristiche diverse dalla “normale” didattica. Altro problema evidenziato in assemblea, e da risolvere, è che tante lavoratrici hanno a loro volta dei figli che ora non potrebbero più iscrivere ai Centri Estivi perché le graduatorie sono chiuse. Infine c’è il tema della sicurezza e la richiesta di conoscere il protocollo che il Comune intende adottare.

Sul piano più strettamente sindacale le Organizzazioni di categoria chiedono che il piano che verrà adottato nei prossimi mesi sia strettamente legato alla pandemia e formalizzato in uno specifico accordo, con l’impegno ad aprire un confronto per giungere alla sottoscrizione del contratto integrativo di secondo livello.