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Il resoconto dell'Ausl

Nelle case per anziani riminesi 45 deceduti per covid, un terzo dei contagiati

In foto: repertorio
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
ven 29 mag 2020 16:54 ~ ultimo agg. 30 mag 15:55
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Nelle CRA riminesi, fronte critico e delicato dell’epidemia coronavirus, sono stati 45 gli ospiti deceduti per covid, un terzo dei contagiati. Lo riporta l’aggiornamento dell’Ausl che ripercorre anche i protocolli adottati nelle strutture.

Il rapporto, aggiornato al 18 maggio, riporta nel Distretto Nord, dove insistono 12 CRA per un totale di 559 posti letto occupati, 77 ospiti contagiati di cui 26 deceduti e 39 guariti, pari al 50,6%. L’età media dei decessi è di 84,8 anni. Nel distretto gli operatori contagiati sono 30, di cui 21 guariti.
Nel Distretto Sud, dove sono presenti 7 CRA per un totale di 357 posti letto occupati, gli ospiti contagiati risultano 63, di cui 19 deceduti, con una incidenza del 30% e 23 guariti. L’età media dei decessi è di 90,2 anni. Nel distretto gli operatori contagiati sono 19, di cui 9 guariti.


Il resoconto tramesso da Ausl e Prefettura:

Nella serata di ieri l’AUSL Romagna ha comunicato gli esiti di una analisi svolta sulla evoluzione dello stato epidemiologico, con particolare riferimento alle CRA presenti nella provincia di Rimini, territorio ad alta incidenza Covid, alla luce del Rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) del 14 maggio 2020 e dei dati forniti dalla Regione Emilia-Romagna.
Lo studio condotto dall’AUSL si colloca nello specifico quadro delimitato dal citato Rapporto, dal quale si evince che nella più ampia dimensione nazionale su un campione di 29.692 pazienti deceduti “Covid positivi” il numero dei decessi è distribuito per fasce di età nei seguenti termini:
– 8.221, pari al 27,7% per la fascia 70-79 anni;
– 1.2104, pari al 40% per la fascia 80-89 anni;
– 4.844, pari al 16,3% per i pazienti di età superiore a 90 anni.
Inoltre, sulla scorta dei dati della Regione Emilia Romagna quasi il 70% dell’eccesso di mortalità registrato nel mese di marzo 2020 (rispetto alla media del marzo del triennio 2017-2019) negli uomini è attribuibile a Covid-19, mentre nelle donne non arriva al 50%. Al riguardo, è stato precisato che la pluripatologia preesistente incide in maniera significativa. Gli ospiti delle Case Residenze per Anziani non autosufficienti (ex RSA ed ex case protette, denominate ora CRA)
rappresentano in questo senso una popolazione selezionata sia per età avanzata che per pluripatologie.
In particolare, l’esame della situazione delle CRA accreditate e suddivise per distretto nella provincia riminese è stato effettuato sulla base dei dati elaborati dall’inizio dell’epidemia (25 febbraio 2020), ordinati a livello distrettuale, ed aggiornati fino al 18 maggio 2020.
Nel Distretto Nord, dove insistono 12 CRA per un totale di 559 posti letto occupati, gli ospiti contagiati risultano 77, di cui 26 deceduti, con una incidenza del 33,7%, e 39 guariti, pari al 50,6%.
L’età media dei decessi è di 84,8 anni. In tale contesto gli operatori contagiati sono 30, di cui 21 guariti.
Invece, nel Distretto Sud, dove sono presenti 7 CRA per un totale di 357 posti letto occupati, gli ospiti contagiati risultano 63, di cui 19 deceduti, con una incidenza del 30% e 23 guariti, pari al 36%. L’età media dei decessi è di 90,2 anni. In tale dimensione gli operatori contagiati sono 19, di cui 9 guariti.
I risultati così esposti, secondo AUSL Romagna, sono leggibili anche alla luce della linea strategica assunta negli anni precedenti, soprattutto laddove si consideri l’approccio di presa in carico rispetto alle persone ospitate nelle CRA, che è stato quello della massima tempestività d’intervento attraverso le seguenti azioni che hanno anche anticipato le più recenti Linee guida regionali:
– esecuzione di tamponi a tappeto in caso di individuazione di una positività;
– isolamento di tutti i pazienti positivi in apposite Aree Covid, ricavate all’interno delle strutture, quando non indicato il ricovero ospedaliero, e seguite da equipe multidisciplinari appositamente create, con sottoposizione dei pazienti a trattamento analogo a quello ospedaliero, compresa la somministrazione di farmaci e ossigeno;
– rafforzamento, laddove necessario, del personale assistenziale;
– sostegno ai gestori attraverso apposita formazione e affiancamento con riferimento ai presidi di protezione individuale e alla gestione del rischio.
Sul piano della formazione l’Azienda sanitaria sottolinea che nella provincia di Rimini dal 2010 ha consentito la partecipazione a studi di sorveglianza sulle infezioni correlate all’assistenza nelle CRA, promuovendo negli anni ripetuti eventi formativi sul tema della prevenzione (studi HALT).
In tale ottica si colloca l’organizzazione di eventi formativi in aula nel corso del 2019, destinati agli operatori delle CRA, sulla prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza e sul buon uso degli antibiotici, nonché un laboratorio didattico intensivo per rilevatori dell’igiene delle mani.
Tale iniziativa è stata seguita da una attività di formazione sul campo dei referenti ICA delle CRA presso un reparto ospedaliero e dal mese di gennaio 2020 in ciascuna CRA accreditata per tutti gli operatori.
Al fine di portare a compimento la campagna promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nelle CRA e garantire un consumo di gel idroalcolico secondo le indicazioni regionali, come evidenziato da AUSL, dal 2019 opera una rete di referenti del rischio infettivo anche in ambito territoriale, così come in ciascuna CRA accreditata è stato individuato un referente del rischio ICA e 2 referenti per l’igiene delle mani.
Particolare attenzione è stata dedicata dalla Azienda sanitaria locale alla mirata formazione sulla fase dell’emergenza Covid, assicurando un progressivo e costante adeguamento di contenuti, modalità e tempi con il progredire dell’acquisizione degli elementi conoscitivi.
A tal fine, l’offerta formativa è stata assicurata dall’AUSL attraverso specifiche iniziative come la trasmissione di pacchetti formativi, la produzione di un video “Gestione delle infezioni COVID nelle strutture sociosanitarie” rivolto a tutte le strutture, l’organizzazione di videoconferenze interattive destinate a piccoli gruppi via skipe, nonché visite di formazione sul campo, incentrate su incontri di approfondimento presso ogni struttura con equipe consulenziale COVID multiprofessionale, comprendente infettivologo, pneumologo, geriatra e infermiere esperto in rischio infettivo.