L'82% delle imprese ha riaperto ma il 28% teme la chiusura definitiva
Delle quasi 800mila imprese del commercio e dei servizi che avevano la possibilità di ripartire nell’avvio della fase due, ben l’82% ha ripreso l’attività. Il 28% di queste però teme a breve la chiusura definitiva a causa delle difficili condizioni di mercato, dell’eccesso di tasse e burocrazia, della carenza di liquidità. E’ quanto emerge in un’indagine nazionale realizzata da Confcommercio in collaborazione con SWG. Nel dettaglio a riaprire è stato il 94% dei negozi d’abbigliamento e calzature, l’86% in altre attività del commercio e dei servizi e solo il 73% dei bar e ristoranti.
Tra le misure di sostegno ottenute, il 44% delle imprese ha beneficiato di indennizzi, come il bonus di 600 euro, ma è ancora estremamente bassa la quota di chi fruito della cassa integrazione (17%) oppure ottenuto prestiti garantiti (8%). Un terzo delle imprese che hanno riaperto stima una perdita di ricavi oltre il 70%.
“Gli imprenditori hanno volontà di riaprire nonostante le difficoltà, ma – commenta il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli – c’è il rischio di una tempesta perfetta: da una parte i pesanti costi della fase 2 e le poche entrate, dall’altra una crisi di liquidità che persiste e si aggrava e che richiede che le misure previste dal Decreto Rilancio siano attuate al più presto. Servono meno burocrazia e una accelerazione delle iniziative anticrisi dalla quale dipende la ripartenza dell’economia e il futuro del nostro Paese”.
🔴🔴🔴 Il commento del Presidente #Sangalli all’indagine Confcommercio sulla riapertura delle imprese: “La tempesta perfetta per le imprese che hanno riaperto: crollo dei fatturati e crisi di liquidità che si aggrava”. pic.twitter.com/lUO1oJmepp
— Confcommercio (@Confcommercio) May 31, 2020