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Centri estivi. A Rimini apertura il 22 giugno con il doppio delle strutture

In foto: repertorio
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di Simona Mulazzani   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 20 mag 2020 13:34 ~ ultimo agg. 16:33
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22 giugno:  è la data individuata dal Comune di Rimini per la riapertura dei centri estivi. Per l’accesso saranno riservati punteggi più alti ai lavoratori Covid e agli stagionali, o coloro che hanno perso il lavoro. In particolari saranno favorite le famiglie con professioni sanitarie, sociosanitarie, forze dell’ordine, personale addetto alla pulizia degli ospedali e dei servizi residenziali per anziani e disabili). Insieme a questi vengono confermati punteggi aggiuntivi per favorire l’accesso ai bambini con disabilità. Punteggio maggiore anche per i fratelli (con ulteriore vantaggio nel caso si tratti di gemelli) e situazioni famigliari di particolare fragilità. 

Quest’anno i gruppi, viste tutte le regole da rispettare saranno più piccoli: ad esempio, se fino l’anno scorso per la fascia di età 3-6 anni, poteva esserci un educatore ogni 20 bimbi, quest’anno il rapporto scende ad un educatore ogni 5 bimbi. Stesso discorso per la fascia 6/11 anni, dove il rapporto che era di un educatore ogni 20 diventa 1 ogni 7, con attività che saranno ricalibrate anche a livello didattico. Saranno anche readdoppiate le strutture che ospiteranno i centri estivi, per garantire numeri simili a quelli degli altri anni.

Anche per questo – spiega Mattia Morolli, assessore ai servizi educativi del Comune di Rimini – siamo già al lavoro con i tecnici e le pedagogiste per poter raddoppiare le strutture comunali da riservare alle attività dei centri estivi. Questo è l’obbiettivo, ma nei prossimi giorni avremo un quadro più dettagliato che ci permetterà in maniera realistica di capire quali strutture potranno effettivamente soddisfare i nuovi criteri nazionali

Siamo pronti per il 22 giugno ma, se si creassero le condizioni nazionali e regionali, saremo eventualmente nelle condizioni per poter aprire anche una settimana prima. Siamo di fronte ad una sorta di anno zero per i centri estivi, non solo per quanto riguarda i nuovi criteri e le diverse modalità nell’accesso e nello svolgimento delle attività, ma anche per un quadro sociale ed economico che – sconvolto dalla pandemia- risulta di difficile lettura. Uno sforzo eccezionale, non fare ricadere esclusivamente sulle spalle delle famiglie i costi aggiuntivi, non pochi, derivanti dall’adeguamento alla nuova normativa. Stiamo lavorando cercando di sfruttare al meglio il welfare comunale, le risorse regionali e quelle nazionale come il bonus baby sitter”.