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In Regione 100milioni di gettito Tari in meno

repertorio

Nel 2020 il gettito Tari in regione avrà una riduzione di 100 milioni di euro. Un calcolo fatto da Atersir che prova ad indicare alcune proposte per dare risposte al settore della raccolta rifiuti. L’attuale situazione – spiega il consiglio d’ambito – ha impattato su tutto il contesto: dalle utenze non domestiche che in questo periodo hanno azzerato la produzione di rifiuti alle famiglie in difficoltà economiche;, dai Comuni per la mancata/difficile riscossione del tributo TARI ai gestori del servizio per la difficoltà ad ottenere i pagamenti. Il tema lunedì è stato approffondito con l’Assessore regionale Irene Priolo che ha preso parte al Consiglio d’Ambito di ATERSIR.

Col documento approvato ci rendiamo parte attiva e interlocutore regionale e nazionale per poter tutelare comuni, imprese, cittadini e l’intera filiera regionale dei rifiuti. – dichiara il Consiglio d’Ambito – Da una prima valutazione, l’attuale situazione di lockdown potrebbe portare a una riduzione del gettito TARI non inferiore ai 100 milioni di euro su base regionale, seppure tale valore verrà precisato nelle prossime settimane in funzione dei dettagli delle riaperture delle attività e dell’evoluzione dei servizi. A tal proposito abbiamo definito un insieme di misure cui chiediamo di far fronte”.

Le proposte sottoscritte dal Consiglio:

Il primo è il riconoscimento da provvedimenti nazionali del valore mancante al settore rispetto a un’annualità standard, soluzione che consentirebbe di azzerare gli effetti legati al potenziale mancato pagamento della TARI da parte delle imprese ed attività chiuse, mettere a disposizione risorse per consentire ai Comuni di definire adeguate riduzioni tariffarie a famiglie e imprese. In seconda istanza si richiede provvedimenti (attraverso i Piani Economico Finanziari, PEF) per l’anno 2020 che tengano in considerazione la situazione emergenziale, in cui gli effetti della riduzione in bolletta per cittadini e imprese sia evidente già ora e non tra due anni a conguaglio. Con l’attuale sistema tariffario (delibera 443/2019, ARERA), nonostante gli stessi gestori si siano resi disponibili a valutare riduzione di costi già dal 2020, i PEF TARI 2020 debbano essere costruiti sulla base dei consuntivi 2018. Un vero e proprio paradosso: se anche i gestori accordassero riduzioni del costo del servizio per il 2020, non potrebbero essere approvati perché l’attuale normativa non lo consente.

Il Consiglio d’Ambito ha inoltre identificato proprie leve: in particolare si propone di sospendere per quest’anno il prelievo delle quote dalla tariffa da parte dei Comuni e di utilizzare le risorse già previste – si tratta di circa 11 milioni di euro – per contribuire a ridurre i costi delle tariffe, attraverso quote ai comuni virtuosi da un lato o risorse dedicate a un fondo Covid per tutti gli altri comuni.

La gestione dei rifiuti nella fase di emergenza ha anche comportato dei costi aggiuntivi per le sanificazioni stradali e di mezzi o cassonetti, per le raccolte dedicate a cittadini contagiati o in quarantena, prevedendo anche l’introduzione di servizi “al piano”. Al fine di non imputare questi costi nelle voci della TARI, si è deliberato l’utilizzo di avanzo di Bilancio di Atersir, in caso non sia concesso rimborso da parte dell’Agenzia di Protezione Civile al Dipartimento nazionale, con il quale sono ad oggi in corso trattative.

Parallelamente il Consiglio d’ambito ha condiviso con Anci regionale la preoccupazione rispetto alle proposte di modifica avanzate da Arera in quanto minano l’autonomia tributaria dei Comuni, oltre ad appoggiarsi su stime di minore entrate sottostimate e quantificata a livello nazionale in soli 400 milioni.  Nell’ultima nota di segnalazione Arera infatti critica apertamente il legislatore per aver offerto ai Comuni la possibilità di confermare per l’anno 2020 le tariffe 2019, e chiede al legislatore di imporre ai Comuni tale possibilità solo “nei casi in cui si rinvengano difficoltà oggettive, tenuto conto delle documentabili criticità amministrative connesse all’emergenza epidemiologica… e comunque sulla base di quanto stabilito dall’Autorità”. Una ingiustificata invasione di campo della discrezionalità comunale. Anche l’ipotesi di prevedere riduzioni, validate da ARERA, per utenti domestici e non, che trovino copertura con la tariffa è soluzione inaccettabile, in quanto questo determinerebbe inevitabilmente un incremento di tariffa per gli utenti che non hanno avuto significativi riflessi dalla situazione emergenziale, in quanto le riduzioni di entrate non saranno proporzionate alle, eventuali riduzioni di costo del servizio. Si concretizzerebbe una palese violazione del principio comunitario “chi inquina paga”, perché ci sarebbe una rilevante parte di utenti chiamati a pagare tariffe non commisurate solo ai rifiuti prodotti, ma anche volte a finanziarie le riduzioni. Per questo il Consiglio d’ambito auspica che ci sia il pieno rispetto delle norme e che dunque si rimetta alla discrezionalità del Comune la scelta delle riduzioni ed il finanziamento di queste con proprie risorse, anche derivanti da recupero dell’evasione dei tributi comunali.