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Primo tavolo di confronto

Forum per la ripartenza: riapertura graduale e circoscritta

In foto: il Municipio di Rimini
il Municipio di Rimini
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
ven 10 apr 2020 18:10
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Preoccupazioni e prospettive per la ripartenza al centro del primo tavolo presieduto dal sindaco Andrea Gnassi tra le associazioni di categoria (tra cui Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, Cna, Camera di Commercio, Aia, Coldiretti, Confagricoltura), le tre sigle sindacati, Piano strategico.

Il significato di questo tavolo – spiega il sindaco Gnassi – è quello di creare una piattaforma Rimini-Romagna per trovare le condizioni e le strategie le proposte per uscirne insieme e per  la ripartenza del sistema produttivo di beni e servizi. Potremo essere una delle zone più colpite dalla conseguenze della pandemia, ma anche una di quelle che potrà ripartire con il maggior slancio, con strumenti proposte modalità originali che partono dallo shock e impongono riorganizzazione e innovazione  dei processi e dei prodotti”.

Si è parlato di vari temi e proposte.

Smart Working, Servizi a domicilio, delivery

Se lo spostamento e la concentrazione delle persone  sarà da non incentivare, smart working e consegna e produzione a domicilio di beni, servizi e delivery, diventerà una modalità strutturale normale e necessaria. Da un lato vorrà  dire organizzare tutele e diritti e non sfruttare lavoratori e runner, dall’altro vorrà dire aprire  nuovi mercati e servizi.                   Questo per i territori che vorranno stare sui mercati con qualità e maggiore sicurezza vorrà dire ad esempio che lo shock da pandemia farà scomparire conservatorismi e ciò che di fatto non si è riusciti a fare in termini di servizi in spiaggia. In spiaggia al turista,  oltre a spazi di sicurezza maggiori, dovrà essere data la possibilità di viverla più a lungo nel tempo e  con consegna “ a domicilio”, cioè sul posto, di beni e servizi a partire dalla ristorazione.

Spazio aperto e regole

Così come per le migliaia di imprese legate a servizi e turismo in Romagna si porrà  il tema di spazi all’aperto e di nuove regolamentazioni che diano certezze sulle strutture esterne in relazione alla necessità di allungare “la stagione“.

Prevenire emergenze, riattivare settori

Un altro dei temi per far ripartire un sistema italia è quello di prevenire e intervenire su alcuni fronti: “ad esempio mettendo mano al testo unico dell’edilizia che consentirebbe di intervenire su un patrimonio di 14 milioni di abitazioni – prosegue il sindaco –  6/8 su 10 bisogna metterle in sicurezza statica, così facendo  ripartirebbe  non sul consumo  del territorio ma sul terreno della sicurezza e rigenerazione delle abitazioni, il comparto dell’edilizia. E ciò traendo una lezione proprio da  quello che sta succedendo. E cioè per non trovarsi così, come in una emergenza da pandemia non attrezzati al meglio su mascherine e strutture, l’intervento per la messa in sicurezza degli immobili con nuove regole e meno burocrazia consisterebbe di prevenire un’emergenza e danni ingenti  in caso di terremoto. Strategia di medie lungo periodo e interventi nel breve. Insomma una riflessione su preoccupazioni prospettive temi da tradursi in proposte   lucide studiate condivise e  messi in campo  già dai prossimi giorni”.

Sostegno alle categorie economiche e innovazione dei servizi

Sul fronte del sostegno alle imprese, il Sindaco ha riepilogato le misure messe in campo dalla Regione Emilia Romagna, in particolare sospensione del pagamento della quota capitale dei mutui, la proroga delle scadenze dei finanziamenti, il sostegno all’accesso al credito. “Misure – ha spiegato il Sindaco – che devono essere incrociate con il provvedimento di 400 miliardi di euro annunciato dal governo per l’accesso al credito che va monitorato e studiato per poter avere gli strumenti per proporre modifiche e intervenire work in progress e non far atterrare risposte alle imprese tra 45 gi orni o 60. Cioè quando saranno scomparse. Tutto questo tenendo presente che la salute e la sicurezza sul lavoro non solo saranno condizioni imprescindibili, ma saranno fattori competitivi.

Turismo

La filiera turistica è forse la più penalizzata e colpita nell’immediato dall’emergenza sanitaria. Il turismo non esporta merci ma importa persone. Se per questioni sanitarie e di vita blocchi le persone il turismo scompare. Forte è la preoccupazione emersa dal presidente dell’Aia Patrizia Rinaldis, così come da Confcommercio e Confesercenti, per il futuro delle strutture ricettive e delle piccole medie imprese. Il sindaco ha accennato ai provvedimenti già annunciati e condivisi con il ministro Franceschini, a partire dall’immissione da subito di un miliardo di euro per sostenere la domanda attraverso una card per vacanze per le famiglie da spendere entro un anno. “Ma va avviata una riflessione più profonda – sottolinea il Sindaco – Non sappiamo quale scenario ci aspetta domani, se il post emergenza ci spingerà ad un ritorno ad una maggiore condivisione o al contrario ad un distanziamento sociale. Sappiamo però che ogni trauma porta con sé processi di riorganizzazione sociale, economica, tecnologica: penso ad esempio al Comune, dove siamo passati da quasi zero a quasi il 70% di smart working”. Dal punto di vista delle strutture ricettive, “emerge già chiaramente che ci sarà richiesta di luoghi che possano garantire sicurezza igienica e sanitaria, ad alta innovazione e di qualità. Dobbiamo far sì che gli investimenti vadano in questa direzione, non possiamo pensare di guardare avanti con le ricette del passato”.

La situazione degli enti locali

L’economia è in difficoltà, ma gli enti locali non stanno attraversando un periodo migliore. “Come sindaco e come presidente di Anci regionale ho condiviso lo strappo compiuto da De Caro e De Pascale uscendo dalla conferenza unificata Stato-Regioni – commenta il sindaco Gnassi – O si attua un provvedimento che si stima del valore di 5 miliardi a sostegno dei Comuni o l’istituzione Comune domani non ci sarà più. I Comuni sono il primo portone a cui i cittadini possono bussare, ai comuni si chiede di organizzarsi in una notte per accogliere, imbustare e distribuire migliaia di mascherine, ma tra mancate entrate da Imu, imposta di soggiorno e via dicendo si creerà uno sbilancio tale da metterne a rischio la sopravvivenza. Per il Comune di Rimini si parla di uno sbilancio solo per la spesa corrente che si aggira sui 30 milioni. Non possiamo essere messi nelle condizioni di rincorrere decreti ogni giorno o non saremo più in grado di garantire i servizi”.

 

La ripartenza

Ma quando si potrà ripartire? Per la risposta bisognerà attendere le indicazioni del governo e della Regione, “ma pensare che dai prossimi giorni ci sarà una riapertura generalizzata è impossibile oltre che fortemente sconsigliata dalle organizzazioni sanitarie. Entro la data indicata dal governo del 3 maggio  è  plausibile che si possa procedere ad una riapertura minima e selettiva ed occorre poi essere pronti e avere piani operativi per quei luoghi di produzione che quando sarà possibile  possano garantire il rispetto di prescrizioni rispetto al contingentamento e distanziamento”. Andando verso una riapertura graduale e circoscritta: possiamo sfruttare questo tempo per organizzarci, per condividere protocolli che da qui alla ripartenza possano essere utili per garantire più sicurezza ai lavoratori e sicurezza alle imprese, anche con meccanismi originali”. Su questo fronte il presidente di Confindustria Paolo Maggioli ha sottolineato come sia già in corso una riorganizzazione delle dinamiche lavorative, che pongano al centro la sicurezza dei lavoratori come fattore imprescindibile.