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Attività suddivise per rischio

Fase Due, le indicazioni Inail: mascherine su mezzi pubblici e al lavoro

In foto: repertorio
repertorio
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 23 apr 2020 16:38 ~ ultimo agg. 24 apr 13:02
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L’Inail ha pubblicato il documento tecnico sulla Fase due con le misure di contenimento e prevenzione nei luoghi di lavoro. Le variabili prese in esame per classificare il rischio delle singole attività sono esposizione, prossimità, aggregazione.

Tra le classi lavorative a rischio più alto figurano i farmacisti, le forze dell’ordine, gli atleti professionisti, le agenzie funebri, i parrucchieri e, ovviamente, sanità e assistenza sociale. Ma ci sono varie professioni anche a rischio medio-alto come ad esempio le badanti, i lavoratori dello spettacolo, i camerieri e gli addetti alle mense, i corrieri, gli interpreti, i manutentori e i microbiologi.

L’Inail spiega che, per contenere il rischio, “gli spazi di lavoro devono essere rimodulati nell’ottica del distanziamento sociale  compatibilmente con la natura dei processi produttivi“. Il suggerimento, per gli ambienti dove operano più lavoratori contemporaneamente, è di riposizionare le postazioni o introdurre barriere separatorie. Anche l’articolazione degli orari potrebbe essere rivista per limitare troppe presenze contemporanee. Inoltre “per tutti i lavoratori che condividono spazi comuni, l’utilizzo di una mascherina chirurgica“. L’uso della mascherina è raccomandato, spiega l’Inail, anche all’interno dei mezzi pubblici per tutti gli occupanti oltre al distanziamento sociale.

Tra i suggerimenti anche il proseguimento, quando possibile, dell’uso dello smart working.

Complessivamente sono 7,3 i milioni di lavoratori che sono stati sospesi dalla loro attività a causa del lockdown per l’emergenza coronavirus e il 31,3% (2,3 milioni) ha più di 50 anni.

Nella prima parte del documento è illustrata una metodologia innovativa di valutazione integrata del rischio che tiene in considerazione il rischio di venire a contatto con fonti di contagio in occasione di lavoro, di prossimità connessa ai processi lavorativi, oltre all’impatto connesso al rischio di aggregazione sociale anche verso “terzi”. La seconda parte contiene invece un focus sull’adozione di misure organizzative, di prevenzione e protezione e di lotta all’insorgenza di focolai epidemici.
. Il documento