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Così non serve

DL liquidità. Ortalli (Cna): delusi da dimensioni e modalità dell'intervento

In foto: Davide Ortalli
Davide Ortalli
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 9 apr 2020 19:20 ~ ultimo agg. 20:02
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Dopo Confcommercio (vedi notizia), anche Cna attacca pesantemente il decreto liquidità del Governo. “Il testo non soddisfa l’urgenza di mettere a disposizione di tutti gli operatori economici la minima liquidità necessaria a far fronte alle spese correnti – dice il direttore Davide Ortalli – che devono essere onorate per non far saltare tutta la catena dei pagamenti“.

Senza liquidità – evidenzia – non si potranno pagare stipendi, affitti, fornitori mettendo in crisi famiglie e altre imprese. L’automatismo introdotto per la concessione della garanzia, infatti, non assicura neanche per gli imposti inferiori a 25mila euro la concessione di credito bancario; lasciando, di fatto, la valutazione del merito di credito, della durata e delle condizioni applicabili in mano alle banche“.

Secondo Cna “non è sicuro neanche che gli imprenditori possano ottenere credito aggiuntivo. Il Decreto, infatti, prevede che il debitore possa consentire alla banca di non aumentare l’esposizione, ed essendo in posizione di oggettiva debolezza, potrebbe cedere alla richiesta della banca di sostituire posizioni in essere con crediti totalmente garantiti dallo stato“.

“CNA – prosegue Ortalli – è profondamente delusa anche della dimensione dell’intervento; lo stanziamento di 1.729 milioni di euro, destinato ad incrementare la dotazione del Fondo, potrà assicurare al massimo 20 miliardi di nuovi crediti pari all’1% del fatturato di tutte le imprese che possono essere garantite dal Fondo di Garanzia. Una soluzione destinata a seminare sconcerto e rabbia tra chi confidava veramente di poter avere mezzi finanziari sufficienti per non essere costretto a chiudere“.

Secondo l’associazione servono interventi veloci ed efficaci, senza burocrazia e procedure valutative e con zero interessi, 24 mesi di preammortamento e 10 anni per la restituzione.

“Invitiamo – conclude il direttore – il Governo e il Parlamento a correggere immediatamente il provvedimento per mettere in condizioni artigiani, imprenditori, autonomi e professionisti di affrontare con un minimo di serenità il futuro”.