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Santarcangelo al tempo del coronavirus: città deserta e l’orgoglio per quanto si fa

piazza Ganganelli

A scriverci è un 41enne di Santarcangelo. Racconta il silenzio, il senso di solitudine di queste giornate surreali, delle piazza vuota e delle distanze che si tengono tra i pochi in giro. Ma racconta anche l’orgoglio per quello che si sta facendo per il bene di tutti. Vi proponiamo la sua lettera:

Cara Santarcangelo, ti scrivo queste parole mentre sto camminando verso casa.
Ho visto un paesaggio degno di un film apocalittico, avvolto da un’atmosfera spettrale e surreale. Un silenzio assoluto, talmente assoluto da essere assordante.
La piazza, la nostra cara piazza, deserta e senza quel vociare che sempre la contraddistingue. Solo il rumore dell’acqua della fontana a tenere compagnia al nostro grande arco.
In giro, poche persone che nel momento di incrociarsi, si allontanano di qualche metro. Un movimento innaturale, di distanza, di allontanamento. Un movimento freddo ma quanto mai necessario in questo momento. È quel movimento che ci fa essere distanti ma uniti.
Non abbassate lo sguardo, non vergognatevi della vostra paura o della mascherina che indossate. Non camminate a testa bassa. Alzate lo sguardo, siate fieri ed orgogliosi di quello che stiamo facendo. Lo stiamo facendo per tornare verso quella normalità, fatta di saluti, di abbracci e di quel vociare intenso che fa da sfondo alla nostra cara piazza.
Su la testa, Santarcangelo!

Firmato E.V.